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La Faccia Verde

La Faccia Verde

Autore/i: Meyrink Gustav

Editore: Edizioni del Graal

pp. 176, Roma

“Girare dentro una chiusa cerchia non è progredire.
Chi non esce da quella cerchia non può progredire.
Ma quelli per cui la vita comincia dalla nascita e termina alla morte, nulla sanno della cerchia in cui s’aggirano; come dunque potrebbero uscirne?”
(Gustav Meyrink)

Gustav Meyrink, nato a Vienna il 19 gennaio 1868 e morto a Starnberg, nei pressi di Monaco di Baviera, il 4 dicembre 1932, faceva parte di una società segreta cabalistica di Praga: le conoscenze iniziatiche colà apprese, unite ad una innata tendenza verso il fantastico e il mistero, sono praticamente all’origine di tutta la sua produzione letteraria.
Meyrink può così permettersi di parlare diffusamente di persone, metodi, esperienze che hanno il sapore della verità, in quanto vissuti, non si tratta soltanto di un tipo di suggestioni di origine letteraria, libresca, che mira esclusivamente a stupire il lettore.
Tutte le opere del Meyrink presentano come caratteristica fondamentale il tema del cammino spirituale lungo la «via del risveglio», ma questa tematica, ha il suo sviluppo più compiuto nella «Faccia verde», con la vicenda di Hauberrisser ed Eva. Questo romanzo offre la descrizione, a volte terrifica e a volte idilliaca, del cammino spirituale di un uomo il quale, con l’aiuto di una donna (la donna scarlatta) percorre la «via del risveglio». La teoria che Meyrink espone, sotto le spoglie di narrazione, è quella comune a tutte le tradizioni ascetiche ed iniziatiche sia occidentali che orientali: la vita «normale» è un «letargo» in cui ci si comporta come sonnambuli e senza sapere il perché delle proprie azioni: soltanto chi è «sveglio», cioè chi conosce se stesso, si realizza spiritualmente e può essere considerato come una persona «viva». Di conseguenza, soltanto chi è «vivo» in questa esistenza lo resterà anche nell’altra, soltanto chi è «sveglio» adesso lo resterà anche in seguito: dopo la morte, dunque, l’immortalità (non il «paradiso», intendendo con tale parola la ricompensa spirituale nell’adilà) sarà di questi ultimi, cioè, di coloro i quali se la saranno conquistata, con il superamento della parte inferiore di se stessi.

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