La Dottrina di Schopenhauer
Le teorie schopenhaueriane considerate nella loro genesi e nei loro rapporti con la filosofia indiana
Autore/i: Vecchiotti Icilio
Editore: Ubaldini Editore
presentazione dell’autore.
pp. 608, Roma
Il libro che si presenta deve la sua notevole mole alla articolata complessità del suo contenuto. Il volume si può idealmente dividere in due parti, una prima “parte” contiene la premessa storica ed ambientale della filosofia di Schopenhauer, in rapporto soprattutto a quella filosofia indiana, che è parsa caratterizzare la produzione dello Schopenhauer maturo. La ricerca e la conseguente trattazione sono state qui particolarmente ampie, nel senso che vi si tratta non soltanto del modo come la filosofia indiana entrò nel mondo occidentale, ma anche del significato che ebbe in esso, nel mondo tedesco in particolare e nella filosofia tedesca. Molte pagine sono dedicate al drammatico ed equivoco “confronto” di Hegel con la filosofia indiana. Dalla situazione complessiva così delineata il Vecchiotti prende le mosse per parlare dello Schopenhauer, anche, ma non soltanto in rapporto con la filosofia indiana. Il fatto è che l’esame di questo rapporto, per essere impostato storicamente, doveva essere ricostruito geneticamente e questo non poteva non significare che una trattazione-ricostruzione delle dottrine schopenhaueriane si rendeva necessaria, se si volevano evitare gli astratti confronti che tanto piacquero a certi dotti del secolo scorso e che ancora continuano a soddisfare qualche palato facile. La seconda “parte” del libro segue perciò la filosofia dello Schopenhauer dal suo primo formarsi fino alle sue ultime enunciazioni. Si è tenuto conto anche del “lascito” di manoscritti, anche se l’edizione Huebscher, la prima veramente esemplare, è uscita solo dopo che il libro era già stato ultimato da molto tempo. L’attenzione rivolta alla filosofia indiana porta l’autore a conclusioni genericamente negative, rispetto al problema dell’”influsso”, ma non del tutto o assolutamente, appunto perché l’opera è volta a distinguere fase da fase, aspetto da aspetto, momento da momento. Ma il libro vuol dare anche qualcosa di più e cioè un’analisi delle dottrine del filosofo nel loro strutturarsi e complicarsi, in un tentativo di ricostruzione organica pur nella molteplicità degli elementi elaborati.
Icilio Vecchiotti è nato a Roma.
Laureatosi ventenne in Giurisprudenza e quindi in Filosofia, si è dedicato alle discipline filosofiche e a quelle linguistiche. È libero docente di Storia della filosofia nella Università di Roma. Sue opere sono: Pensatori dell’India Contemporanea (Roma, 1959); Premessa a Jacobi (ibid.); Relazione e Concreto (Roma, 1960); Premessa al Kâmasutra (Roma, 1964); Bhagavad-Gîtâ (1965); Che cos’è la filosofia indiana (1968); oltre a vari articoli e recensioni concernenti la filosofia indiana ed occidentale e la linguistica (il suo orizzonte filologico spazia per diverse famiglie linguistiche). Per la nostra Casa editrice ha in preparazione altri saggi.
Argomenti: Filosofia Occidentale, Filosofia Orientale,