La Curva dei Silenzi – Il Caso Senna
Autore/i: Santoro Nicola
Editore: Di Renzo Editore
unica edizione, prefazione di Daniele Azzolini.
pp. 256, numerose tavole a colori f.t., Roma
Che libro potrebbe mai uscirne da un processo… una cronaca giudiziaria? Un diario? Un resoconto minuzioso, magari un po’ noioso? Nicola Santoro ne ha fatto un romanzo. Dunque, egli ha compiuto una piccola impresa, o forse una grande impresa, non sta a noi misurarla in centimetri. Sappiamo solo che non era facile, e non soltanto perché i processi, nudi e crudi quali sono, poco si prestano a palpitare e a coinvolgere, tantomeno a innalzarci sopra gli stessi fatti, per indurci a osservare cose e persone, modi di fare e di essere con l’ampiezza del quadro d’assieme, che è appunto la forza del romanzo in sé. I processi, si sa, procedono alla ricerca di minuzie, edificano sui piccoli particolari, un mattone alla volta, la ricerca della verità è primaria; mentre il romanzo vive di emozioni, e la verità non è sempre il fine da perseguire. Semmai le sue contraddizioni, e il gioco vitale che essa svolge su di noi.
Di più, il processo che Santoro ha trasformato in romanzo tratta di sport, di un grande personaggio dello sport, Ayrton Senna. E questo rende tutto ancora più complesso, e di difficile abbordaggio. È materia incandescente quella che scivola tra le pagine de “la Curva dei Silenzi”, perché è ancora viva e forse lo resterà per sempre. Così come lo stesso Ayrton è vivo nel ricordo di tutti e lo resterà per sempre. Ma dite: non è lo sport già così simile a un romanzo? E non lo sono ugualmente i suoi protagonisti? Dunque, come si fa a scrivere un romanzo di un romanzo, a dare spessore, e magari raccontare daccapo personaggi di cui tutti sanno e sui quali ognuno di noi ha un parere preciso, talvolta incrollabile?
Ecco la duplice difficoltà in cui si destreggia con grande abilità Santoro: trasformare in racconto la materia dura del processo, renderla malleabile, presentabile, comprensibile: ridare calore e colore a personaggi che nelle pieghe della mera cronaca giudiziaria divengono sbiaditi e collaterali; e insieme, modellare il romanzo dello sport, quello conosciuto da tutti, quello recitato a memoria dagli appassionati, fino a farlo diventare parte integrante di un romanzo ancora più vasto, dove alia fine tutto si somma acquistando la dimensione di un affresco. Quello sulla vita di un uomo speciale, che faceva un mestiere speciale, sulla cui morte si è svolto un processo “lungo, difficile, tecnico, che era già in discussione prima di cominciare”. Un uomo che apparteneva a tutti, ma meno di tutti a se stesso.
Nicola Santoro è nato a Roma il 2/10/1971. Attratto sin da giovanissimo dai motori.
A vent’anni ha iniziato a collaborare con la Redazione Motori del quotidiano romano “Paese Sera”, dove ha ricoperto anche l’incarico di inviato per la Formula Uno, e dal 1991 è iscritto all’elenco pubblicisti dell’albo dei giornalisti.
Laureatosi in giurisprudenza all’Università di Roma “La Sapienza”, procuratore abilitato, alterna l’attività forense ad un’intensa attività pubblicistica.
Nel 1997 è stato inviato al Processo Senna per conto della rivista specializzata Rombo Auto & Sport, quotidiani e network radiofonici privati.
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