La Cultura dell’Harem
Erotismo e sessualità nel Maghreb
Autore/i: Chebel Malek
Editore: Leonardo Editore
a cura di Gianni De Martino, traduzione di Giancarlo Pavanello.
pp. 240, Milano
Nelle società del Maghreb, dove la legge dell’islam è più forte di ogni secolarizzazione e governa rigidamente ogni aspetto della vita individuale e collettiva, il corpo è attraversato dalla linea di demarcazione fra lecito e proibito, dilacerato fra tradizione e modernità. Dietro le quinte, però, pullula una moltitudine di comportamenti sessuali “fuori della norma”: incesto, esibizionismo, scopofilia, omosessualità, transessualità, zoofilia. Nell’analizzarli, questo libro presenta un ritratto inedito della sessualità araba, disegnando una sorta di “carta dei turbamenti” che, come in un contrappunto, strutturano l’immaginario erotico maghrebino. Se il tabù della verginità e l’ossessione della virilità costringono a rimuovere l’omosessualità, la zoofilia e ogni altra “perversione”, gli “iuiù” – i trilli delle donne, autentiche espressioni vocali della sensualità femminile, già citati da Erodoto e ai quali Chebel dedica un capitolo magistrale – sono, per esempio, l’antitesi del velo. Parimenti, all’angoscia della donna prima della notte di nozze fa eco quella del bambino prima della circoncisione. Con un approccio che coniuga in modo stimolante antropologia, etnografia e psicanalisi, l’autore indaga i fantasmi che popolano l’universo erotico maghrebino: quelli maschili della voracità sessuale, come la ghūla (l’orchessa) e la “vagina dentata”, e quelli femminili che rinviano alle figure della lacerazione. Viene delineandosi in tal modo, attraverso chiusure, velami e interdetti di ogni tipo, quella “mentalità del serraglia” che, se da un lato rende l’erotismo arabo così “barocco” e distante dalla nostra cultura, dall’altro – riproducendone disagi e turbamenti – ne accresce irresistibilmente il fascino.
Argomenti: Africa, Cultura Islamica, Erotismo, Islamismo, Religione Islamica, Sessualità,