La Corsica – Storia di un Genocidio
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Autore/i: Acquaviva Sabino
Editore: Franco Angeli Editore
introduzione dell’autore, collana: La Società collana diretta da Domenica De Masi.
pp. 176, ill. in b/n, Milano
Dall’Alto Adige alla Bretagna, dalla Sardegna al Paese Basco, dalle minoranze provenzali del Piemonte meridionale ai gruppi celti del Regno Unito, dalle comunità slovene del Friuli Venezia Giulia a quelle albanesi dell’Italia meridionale: nel cuore stesso di un’Europa che si vuole “comunitaria” la presenza di “popoli minori” è un dato che avvenimenti anche recenti si sono premurati di far riscoprire. Il silenzio che circonda il deperire di antiche culture è stato infatti rotto dalla ridestata coscienza di sé di cui alcune minoranze, nel nostro paese e altrove, hanno dato prova. Assimilazione o difesa di un’identità etnica distinta: questo il dilemma che devono affrontare popoli cui la storia ha negato nel passato la formazione di stati nazionali. Preservate sino ad oggi dalla protezione di antichi isolamenti, il procedere dell’integrazione economica e l’apertura alle comunicazioni di massa sembra condannare tali comunità ad una spersonalizzazione che significa decadenza e fine delle loro culture, dei loro dialetti, delle loro lingue. L’Europa è un cimitero di civiltà, ma anche un coacervo di culture e di etnie: alcune in agonia, altre ancora capaci di vitalità e resistenza. Quali le ragioni di questi diversi destini? Perchè alcuni popoli riescono a preservare la propria identità mentre altri soggiacciono ad un’assimilazione resa oggi più completa e uniforme dalla soverchiante influenza dei mass media? Queste alcune delle domande a cui il volume propone delle risposte a partire da un caso – quello dell’identità nazionale del popolo corso – ricostruito nella molteplicità delle sue componenti (culturali e demografiche, economiche e linguistiche). Le vicende storiche di tale civiltà (frutto del sovrapporsi di chiusure autoctone e di influenze esterne successivamente toscane, genovesi e francesi) consente di affermare la specificità, nè italiana nè francese, della “nazione” corsa e al contempo di cogliere la peculiarità dei meccanismi d’integrazione messi in atto dalle culture dominanti così come le ambiguità delle risposte ad esse offerte dalla coscienza collettiva del popolo corso. Rivolto a quanti si occupano dei problemi delle minoranze etniche, delle comunicazioni di massa, ai sociologi e ai linguisti, il volume si propone come una testimonianza, carica di passione e anche di polemica, su di un popolo che non rinuncia alla sua esistenza e insieme come un contributo alla costruzione di un’Europa unita nel rispetto delle sue culture.
Sabino Acquaviva (Padova, 29 aprile 1927 – Padova, 29 dicembre 2015 è stato un sociologo italiano, specializzato in sociologia della religione, ma che ha pubblicato anche di sociologia della scienza, di mass media e socio-biologia. Studioso di sociologia della religione. Acquaviva raggiunge la fama internazionale per un libro del 1961, L’eclissi del sacro nella società industriale, in cui teorizza la scomparsa della dimensione del sacro (il trascendente, il soprannaturale) dalla vita quotidiana dell’uomo contemporaneo, notando la “secolarizzazione del mondo” e la “secolarizzazione della religione”.
Argomenti: Geografia, Geopolitica, Italia, Storia, Storia dei Popoli,