La Coppa di Apollo
Autore/i: Mishima Yukio
Editore: Leonardo Editore
prima edizione, cura e nota di Maria Chiara Migliore.
pp. 256, Milano
“Porto con me poco denaro; non potrò sperperare. Ma la sensibilità sì che la voglio sperperare. Voglio tornare dopo averla consumata tutta.”
Come appariva New York nel 1952 a un promettente scrittore giapponese di ventisette anni? “Per dirla in breve, è Tokyo tra cinquecento anni.”
Alla luce di quanto è poi accaduto nel mondo, la previsione di Yukio Mishima oggi può sembrarci azzardata. Occorre, però, inquadrarla nel contesto che la provocò: quel dopoguerra intriso, per il Giappone, di brucianti mortificazione, percorso a un tempo dalla spinta decisa verso la più esasperata modernizzazione e dal timore di smarrire definitivamente la propria identità, segnato dal ricordo di una tragedia immane, le cui conseguenze sugli uomini non avrebbero cessato per molti anni di avere una tangibile evidenza ammonitrice. All’epoca Mishima aveva già pubblicato le scandalose Confessioni di una maschera, e il suo posto nella cultura letteraria giapponese era quello di un “isolato” di successo, aristocraticamente lontano dal sentimento comune della sconfitta, che sarebbe più tardi prevalso col clamoroso suicidio rituale nel 1970.
Resoconto di un’avventura in continenti lontani, La Coppa di Apollo proposto per la prima volta in Italia insieme ad altri due inediti posteriori – èun inanellarsi di emozioni contrastanti e profonde suggestioni: gli scenari rutilanti delle Hawaii, l’esplosiva immensità del Brasile, la frenetica New York, la magnetica atmosfera dell’Europa, con Roma e Atene, apoteosi di bellezza e sintesi dei valori estetici della classicità occidentale. Pagina dopo pagina, in uno stile ora colloquiale, ora più stringato e giornalistico, le riflessioni di viaggio diventano spunti per affrontare le tematiche che hanno caratterizzato tutta l’opera di Mishima: la vitalità della natura, la bellezza, la morte, la mitologia, il legame sottile che unisce Europa e Giappone. Così, questo volume viene definendosi soprattutto come il diario di un viaggio dentro se stesso, di una confessione i cui esiti sono ignoti perfino a chi scrive, imprevedibile e profetica.
Yukio Mishima (pseudonimo di Hiraoka Kimitake) nacque a Tokyo nel 1925 e vi morì, suicida con il rituale dello harakiri, nel 1970. È senza dubbio lo scrittore giapponese più celebre nel mondo occidentale: le sue opere, fra cui vanno ricordate Confessioni di una maschera (1949), Colori proibiti (1951-52), La morte di mezza estate (1953), Il padiglione d’oro (1956), La casa di Kyoko (1959), Dopo il banchetto (1960), Sole e acciaio (1968), sono tradotte in tutto il mondo.
Argomenti: Età Moderna e Contemporanea, Letteratura, Letteratura Giapponese,