La Civiltà di Roma
133 a. C. – 217 d. C.
Autore/i: Grant Michael
Editore: Il Saggiatore
prima edizione, premessa dell’autore, a cura di Roberto Bosi, traduzione di Elio Bruni.
pp. 404, nn. tavv. a colori e b/n, Milano
Questo volume narra gli avvenimenti che accaddero nel mondo romano dal 133 a. C. al 217 d. C., cioè in quel periodo che vide l’affermazione della potenza di Roma nel bacino del Mediterraneo e nelle terre che allora erano considerate confini del mondo conosciuto. Non si tratta, tuttavia, di una sintesi di carattere storico, come potrebbe sembrare, ma di un’analisi degli sviluppi della civiltà romana, e, in particolare, di alcune sue manifestazioni superiori in differenti campi, considerandole come contributi fondamentali alla nostra comprensione del ruolo dominante di Roma nella evoluzione del moderno mondo occidentale e del Vicino Oriente. L’autore non pretende dai lettori alcuna particolare conoscenza storica o linguistica, ma, anzi, reca davanti ai loro occhi la vita quotidiana degli ultimi tempi della repubblica e dell’impero, dapprima. delineandone lo scenario storico-politico, quindi esaminando gli eccezionali risultati raggiunti. Vengono ugualmente giudicate la forza e la debolezza della costruzione romana, i motivi che condussero inesorabilmente un popolo di pastori e di contadini alla conquista del mondo, lasciandovi tracce ormai indelebili in molti domini della tecnica, della scienza, del diritto, della letteratura. Si descrivono le austere vite dei cittadini repubblicani e le esaltanti vite degli imperatori; le disperate rivolte degli schiavi, gli orrori sanguinari delle arene, gli ozi lussuriosi nelle città termali e balneari, le romantiche delicatezze della pittura paesaggistica romana. Più che al mondo dell’Urbe, l’attenzione del lettore è attratta verso le province dell’impero, e di queste l’autore ha grande e diretta conoscenza avendo viaggiato e vissuto a lungo in Turchia, nel Vicino Oriente, in Egitto e nel Sudano Abbiamo, così, un quadro delle condizioni dei popoli soggetti di fronte al conquistatore, un’analisi degli apporti che il mondo romano ha recato loro e una imparziale indagine sul retaggio che i conquistatori lasciarono nei paesi vinti e sottomessi. Pare di sentire nella narrazione una punta di orgoglio dell’autore per avere appartenuto alle genti che di quel mondo e di quella civiltà fecero parte, per l’intima convinzione di avere accolto quanto di duraturo e di accettabile Roma seppe pur dare ai popoli soggetti.
Argomenti: Antiche Civiltà, Storia di Roma Antica,