La Cina Prima degli Han
Autore/i: Watson William
Editore: Il Saggiatore
prima edizione, introduzione dell’autore, traduzione di Antonio Cettuzzi.
pp. 304, 77 fotografie b/n, 65 disegni b/n, 3 carte geografiche, Milano
Nel 1929, a quaranta chilometri da Pechino, Teilhard de Chardin (il gesuita oggi celebre anche per il suo pensiero religioso) scopri uno dei più antichi antenati dell’uomo, quel Sinanthropus, che abitò la terra mezzo milione di anni fa. Era piuttosto basso di statura (1,56), non somigliava per nulla ai giganti e titani che i nostri miti amano immaginare alla vigilia dell’uomo. Eppure anche le leggende della Cina proiettano, sugli orizzonti grandiosi e ambigui tra la cosmologia e le cronache umane, imprese gigantesche: come quella del re che scaraventa la testa del nemico vinto contro il Fu Chon, la montagna inclinata che regge il cielo e ne fa pendere la volta si da costringere le stelle al loro corso verso occidente. Ricchissima di rivelazioni sulle origini dell’uomo, l’archeologia della Cina lo è anche di documenti sulle primitive civiltà materiali, senonché sconcerta le nostre ormai classiche idee sul succedersi delle età della pietra, del bronzo, del ferro: si può dire, anzi, che in Cina il Neolitico si protrasse molto oltre l’inizio delle epoche successive. Comunque, la decifrazione dell’immenso materiale di scavo, secondo i metodi scientifici invalsi in Occidente fin dal sec. XIX, data per la Cina da soli cinquant’anni, cioè dalla rivoluzione intellettuale che rovesciò il vecchio ordine. Sicché questo libro del Watson rinnova tutte le immagini che finora si possedevano sulla preistoria e sulle albe storiche di quell’immenso paese: le sostituisce con ricostruzioni altrettanto meravigliose ma per di più garantite dagli incomparabili connotati del vero.
Wlliam Watson ha compiuto i suoi studi di storia dell’arte al Gonville e al Caius College di Cambridge, dove si è laureato alla vigilia della Seconda Guerra Mondiale, a cui partecipò come addetto al Servizio Informazioni, congedandosi nel 1945 col grado di maggiore. È quindi entrato al British Museum, dapprima nel reparto delle Antichità inglesi e medievali, poi in quello delle Antichità orientali e qui svolge tuttora la sua attività di assistente alla direzione. Le varie tecniche e «specialità» in cui si è approfondito (da una sicura conoscenza della lingua cinese a una matura esperienza della metodologia archeologica e storica) gli permettono di decifrare con letture dirette e comparative, spesso originali, i documenti e le opere d’arte tratti in luce dagli scavi cinesi antichi e recenti, di ricavarne notizie, informazioni, interpretazioni fin qui ignote alla cultura occidentale.
Argomenti: Antropologia, Archeologia, Cina, Preistoria,