La Cina nei suoi Libri per l’Infanzia
Titolo originale: Le monde est à vous. La Chine et les livres pour enfants
Autore/i: Diény Jean-Pierre
Editore: Armando Armando Editore
unica edizione, prefazione dell’autore, traduzione di V. Ottavi Armando.
pp. 180, numerose tavole a colori e bianco e nero fuori testo, Roma
I centottanta libri per l’infanzia che Jean-Pierre Diény – attualmente giovane professore alla École pratique des Hautes Études di Parigi – illustra e commenta in rapporto alla tradizione cinese e al pensiero di Mao Tse-tung, «celebre e sconosciuto in occidente», offrono un punto d’osservazione privilegiato per penetrare in una società che per l’uomo occidentale è oggi, ancor più di ieri, un enigma. La cura che la Cina dedica ai suoi figli può dirci sulla realtà vera del popolo di Mao qualcosa di più di quanto possano i dati statistici o le illazioni circa le decisioni del Comitato Centrale del Partito Comunista della Repubblica Popolare Cinese. Questo libro ci appare così, anzitutto, come un’indagine sociologica, condotta secondo un’angolazione particolare e – siamo convinti – particolarmente feconda. Del resto, occorre forse includere non poca parte dei testi critici sulla letteratura infantile – trascuratissima in Italia – e in prima linea Paul Hazard, Uomini, ragazzi e libri, tra i libri di più autentica sociologia.
Il libro di Diény ci fa vedere come la propaganda cinese politico-culturale viene proiettata sull’enorme schermo dell’immaginazione delle masse di ragazzi di dieci o dodici anni, come i temi morali interagiscono con le vecchie leggende e con le fiabe tradizionali, come viene formato e armato l’inconscio collettivo delle Guardie rosse. «La Cina vede nei bambini degli uomini e negli uomini dei bambini», dice l’Autore.
Per affrontare adeguatamente un tema come questo occorreva il concorso di due elementi: la possibilità di raccogliere un’ampia documentazione direttamente in Cina fino allo scoppio della rivoluzione culturale, quando tutti i libri vennero improvvisamente ritirati dal mercato per creare un vuoto che dev’essere ancora colmato; e una conoscenza approfondita sia dell’antica che della nuova Cina. Ma Jean-Pierre Diény alla documentazione raccolta unisce la capacità di cogliere con acutezza serena e di esporre con garbo e freschezza i diversi aspetti di un mondo “altro” dal nostro. Un mondo che ci lascia tra sconcertati e affascinati, mostrandoci una propaganda politica tesa ad eliminare ogni egoismo dalla natura umana per additare, come veramente umano, l’ideale di una vita austera e povera.
«Le monde est il vous: La Chine et les livres pour enfants del sinologo francese Jean-Pierre Diény è un rapporto agile e documentato sulla letteratura per l’infanzia in quella Repubblica popolare, uscita tra il 1960 e il 1965, opera quanto mai preziosa per capire quali apologhi hanno formato le terribili generazioni delle Guardie rosse. Sorprende reperire nelle pagine dei favolisti maoisti un che di manierato, di spiccatamente umbertino quando s’adoperano a incitare i ragazzi al rispetto per l’esercito, per la missione del maestro, per la santità della scuola, del lavoro e della solidarietà sociale». (G. MARMORI, «L’Espresso», 19 settembre 1971).
«Non conosco i libri per i bambini cinesi di oggi; ma non dubito che siano stati compilati sulla falsariga del libretto rosso di Mao, che è la testimonianza e il risultato di una operazione culturale geniale, e grandiosa: la confucianizzazione del marxismo. Poiché, d’altra parte, il marxismo è sinonimo di cultura occidentale, la confucianizzazione del marxismo vuol dire in fondo la cinesizzazione della cultura occidentale. Dunque, per un certo aspetto, le fiabe e i libri di testo per le scuole cinesi non dovrebbero stupirci. Sono il risultato di cent’anni di assorbimento della cultura europea da parte della Cina.
Semmai bisogna ricordare che Confucio era un illuminista e un razionalista oltre che un “saggio”; e come tale piaceva assai a Voltaire. Nei libri per le scuole sembra che l’illuminismo didattico confuciano crei la solita dicotomia propria di ogni razionalismo: da una parte la ragione, dall’altra l’irrazionale. La ragione è il bene, l’irrazionale è il male. Il proletariato è razionale, la borghesia è irrazionale. Dunque, il proletariato è il bene e la borghesia il male. Il curioso si è che, almeno in parte, questo è vero. La borghesia occidentale è oggi senz’altro prevalentemente irrazionalista; soltanto il proletariato, in Occidente, crede ancora alla vecchia ragione borghese.
Di solito gli uomini, giunti a maggiore età, rifiutano l’educazione che hanno ricevuto da bambini. Dubito che questo possa avvenire in Cina. E non tanto perchè l’educazione marxista sia più solida di un’altra; quanto perché essa è meravigliosamente adatta a creare quella stabilità instabile che è il segreto della durata delle culture. Spostando il dato sociale dall’esterno e dalla società all’interno e nella coscienza, il maoismo crea la rivoluzione permanente ossia, con parola vecchia, un’ortodossia. La borghesia non è più una classe ma una tentazione diabolica risorgente ad ogni generazione e in ogni uomo, contro la quale bisogna combattere continuamente senza mai illudersi di avere conseguito la vittoria definitiva». (A. MORAVIA, «L’Espresso», 19 settembre 1971).
«Quando pensiamo alla rivoluzione cinese, non riusciamo a valutarne la complessità, a causa delle lacune della nostra informazione. Vaghe e contraddittorie sono le nostre notizie sulle vicende recenti di quel paese, le cui tradizioni intellettuali e morali sono più solide e immobili delle sue muraglie. La nostra informazione (anche se recentemente sono state avviate trattative per uno scambio di giornalisti fra le maggiori agenzie di stampa) potrebbe essere però meno generica, se possedessimo libri come quello che Jean-Pierre Diény ha “costruito” esplorando la letteratura destinata a decine e decine di milioni di piccoli cinesi». (G. PADELLARO, «Corriere della Sera», 2 settembre 1971).
Argomenti: Cina, Fiabe, Infanzia, Letteratura, Narrativa, Orientalistica, Oriente,