La Chiave
Vertigine e Dannazione dell’Eros
Autore/i: Tanizaki Junichiro
Editore: Bompiani
prefazione di Geno Pampaloni, traduzione di Satoko Toguchi.
pp. 128, Milano
Un amore coniugale si conclude in distruzione; lo strumento narrativo sono i diari intimi tenuti parallelamente – e sotto chiave – dai due coniugi con la speranza prima, e la certezza poi, che ciascuno legga in segreto le pagine scritte dall’altro. Lui è un maturo professore universitario che, avvertendo l’incombere della vecchiaia e l’affievolirsi del proprio vigore, decide di infrangere ogni tabù attraverso una graduale e sistematica opera di corruzione nei confronti della splendida moglie. Lei ha dieci anni di meno e non comuni brame e disposizioni sensuali, ma nel corso della lunga vita matrimoniale – iniziata e trascorsa in un milieu perbenista e borghese – non ha mai accondisceso alle fantasie del marito, né ha mai affrontato il problema del sesso. Per destare nella donna le proprie concupiscenze, il protagonista si serve di ogni mezzo a disposizione: alcool, voyeurismo, materiale fotografico. E raggiunge il suo intento anche troppo bene: la bella addormentata si desta, fino a prendersi per amante il fidanzato della figlia e a divenire insaziabile nella ricerca di un appagamento che si rivelerà fatale. Della Chiave, una di quelle opere che si affacciano senza vertigini su un angolo dell’inferno, in cui si è costretti a riconoscere una parte viva, inconfessata, dolorosa di noi stessi, Henry Miller ha scritto: “Solo un ’veterano’ della letteratura avrebbe potuto trattare questo difficile soggetto con tanta audacia, con così pura e schietta onestà. È un libro che merita di essere considerato un classico”.
Junichiro Tanizaki nasce a Tokio nel 1886. Iscrittosi alla Facoltà di Lettere dell’Università di Tokio, interrompe gli studi per assecondare una precoce vocazione narrativa. I racconti Il tatuaggio e Himitsu gli guadagnano i primi riconoscimenti della critica. Agli anni giovanili, dominati da una vena sadica e sensuale, segue un periodo di “vagabondaggio” sia fisico che morale, contrappuntato da un matrimonio non felice e dalla sofferta perdita della madre. Dopo il grande terremoto del Kanto, nel 1923 si trasferisce nel Kansai che diviene la sua residenza d’elezione. Da allora e fino al 1950 durante il cosiddetto “periodo classico” tutte le sue opere si caratterizzano per uno specifico riferimento al passato; il romanzo L’amore di uno sciocco segna lo stacco dalla fase precedente. Del 1928 sono Manji e Gli insetti preferiscono le ortiche; del 1931 Racconto di un cieco e Vita segreta del signore di Bushu; del 1932 I canneti; del 1933 La storia di Shunkin e un breve saggio da molti considerato il suo capolavoro, Libro d’ombra; del 1936 Là gatta; del 1935-38 la versione moderna del Genji monogatari. Nel 1943 la censura blocca la pubblicazione a puntate di quello che sarà il suo romanzo più lungo, Neve sottile (1948), a cui segue La madre del generale Shigemoto (1950). Dopo alcuni anni di silenzio appare nel 1956 La chiave, un romanzo che fa scandalo e gli dà fama mondiale, quindi Il ponte dei sogni (1959), Diario di un vecchio pazzo (1962) e La primavera dei miei 79 anni, pubblicato postumo nell’anno della morte, il 1965. L’Opera omnia in 28 volumi vede la luce nel 1966. Negli anni sessanta Bompiani ha pubblicato i suoi romanzi e racconti più importanti.
Argomenti: Letteratura, Letteratura Giapponese, Letteratura-Erotica, Narrativa,