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La Casa dell’Alchimista

La Casa dell’Alchimista

Autore/i: Meyrink Gustav

Editore: Edizioni del Graal

con un saggio introduttivo di Gianfranco de Turris, traduzioni integrali di Piero Cammerinesi.

pp. 160, Roma

Germania Anni Venti. Il reporter di un giornale tedesco deve effettuare un’indagine di «colore» su una misteriosa e antichissima dimora, chiamata la «Casa dell’Alchimista». In essa sono riunite singolari personalità e si svolge un insieme di strani eventi. Al piano terra, vi è una caffetteria orientale che ha per insegna un orripilante pavone: proprietario è il persiano Khosrul Khan, adepto della setta yazida che adora il demoniaco Angelo Caduto, Malek Tā’ūs; accanto è sistemato un ostello, in cui soggiornano i dervisci di passaggio ospitati da Khosrul Khan. Sempre al piano terra la bottega di Hieronymus Gustenhover, discendente dell’antico proprietario della dimora: come il suo antenato «trasmutava» gli uomini con la sua alchimia interiore, cosi egli, riparando orologi fermi «ripara» anche le anime dei rispettivi proprietari. Accanto ad essa vi è il «laboratorio» di Papà Adam, un vecchio alienato mentale, che però ha la facoltà, una volta «risvegliato», di penetrare in un’«altra realtà» attraversando una «porta simbolica». Al piano superiore del fabbricato vi è invece lo studio cinematografico del dottor Ismael Steen, il cui tetto vetrificato serve come luogo di atterraggio per il suo biplano. Questa folla di personaggi, ma soprattutto Steen, tipico eroe negativo della letteratura popolare, diretto discendente dei supercriminali resi famosi dal cinema espressionista tedesco dell’epoca come Caligari e Mabuse, permette a Gustav Meyrink di creare un affascinante romanzo fantastico e di proporre ancora una volta le sue tematiche di sempre: l’uso delle tecniche del mondo moderno; la teoria del «risveglio»; l’amore magico; la presenza di un ’«altra realtà» spirituale accanto alla nostra. In sottofondo, come minaccia incombente sull’intero pianeta, il demoniaco tentativo di un «genio del male» di condurre l’umanità verso l’«abisso» attraverso la manipolazione delle coscienze attuata tra l’altro con la psicanalisi e il cinema.

Gustav Meyrink (1868-1932) è uno del più famosi scrittori del Novecento che si è dedicato con continuità alle tematiche fantastiche e dell’orrore. I suoi romanzi, ambientati quasi tutti nell’epoca contemporanea, fanno rivivere antiche leggende mitteleuropee, tradizioni magiche, esperienze esoteriche. Affiliato a numerose società occulte, sperimentatore di tecniche alchemiche, magiche e yoga, Meyrink era un effettivo conoscitore dell’esoterismo occidentale e orientale di cui parla nei suoi libri, a differenza di molti altri scrittori dediti al fantastico. Scrisse innumerevoli racconti tra il satirico e l’orrido, e sei romanzi: cinque sono stati già tradotti in Italiano, il sesto è stato pubblicato postumo in Germania solo nel 1973.

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