Kasrilevke
Titolo originale: Stories and Satires
Autore/i: Shalom Aleichem
Editore: Bompiani
introduzione di Curt Leviant, tradotto da Delfo Ceni dal testo americano di Curt Leviant.
pp. 416, Milano
Lo yiddish, l’arcaico linguaggio giudeo-tedesco parlato dagli ebrei dell’Europa orientale: Polonia, Ungheria, Russia, e dalle comunità emigrate in America, è stato per molti secoli una lingua semidialettale, scritta soltanto per brevi testi, traduzioni di preghiere e favole, destinati agli indotti e alle donne. Ma nell’ottocento, sotto la duplice spinta di una rinata coscienza nazionale e popolare, e delle teorie romantiche della letteratura come ispirazione istintiva e collettiva, lo yiddish è divenuto il mezzo espressivo di una grande e tipica letteratura, una delle maggiori letterature europee, troncata di colpo nel 1940 dal grande massacro nazista.
Shalom Aleichem ne è senza dubbio il massimo rappresentante, quello che ha espresso con più durevole ispirazione e con più poetica tenerezza il mondo singolare delle cittadine ebraiche, piene di miseria, di bambini e di ostinata letizia, chiuse in una stentata esistenza eppure fertili di casi meravigliosi, di nuove leggende, di dialoghi incredibili. I dialogo pus dirsi appunto il genio nazionale yiddish, e il genio personale di Shalom Aleichem: dal dialogo pettegolo di due che si incontrano per strada, al dialogo confidenziale con Dio, al dialogo meditabondo e talmudico con se stesso, con gli animali, le cose. I racconti si creano cosi come per un caso Prodigioso, con una spontaneità imprevedibile, con una vibrazione di pietà e ironia che è il segreto di Aleichem, e la sintesi dello spirito yiddish.
Amato da Tolstoj e da Gorkij, tradotto ormai in tutte le lingue, Aleichem, di cui si è appena celebrato il centenario della nascita, scrisse nel suo testamento: quando sarò morto fatemi seppellire non fra i ricchi, ma fra operai e gente comune. Ed é questo il mondo che con lui è entrato di colpo nella poesia.