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Il Veleno di Afrodite

Il Veleno di Afrodite

Autore/i: Tanizaki Junichiro

Editore: Garzanti Editore

unica edizione, traduzione dal giapponese e cura di Emanuele Ciccarella.

pp. 208, Milano

I veleni di Afrodite raccoglie due inquietanti racconti di Jun’ichirō Tanizaki, inediti in Italia: Fino ad essere abbandonato (1913) e Jōtarō (1914). Sono le storie parallele di due rapporti di coppia estremi, perturbanti, costruiti intorno a un comune nucleo di ossessioni. Proiettandosi nel profondo dei misteri delle passioni umane, esplorando gli squilibri su cui si edifica ogni incontro tra un uomo e una donna, Tanizaki rende un tormentato e temerario omaggio al misterioso intreccio di vita e arte, alla religione della bellezza, alla sofferenza e al martirio che essa esige.
Il protagonista di Fino ad essere abbandonato, il giovane Kōkichi, vive l’amore come una sorta di «atto artistico»: la donna prescelta andrà educata, influenzata, trasformata giorno per giorno, fino a diventare un’opera d’arte, «l’arte più sublime, perché fatta di carne e di sangue». Alla fine del processo, tuttavia, questa «donna-opera-d’arte» finirà inevitabilmente per rivoltare le proprie armi contro chi ha liberato i suoi desideri più profondi.
Anche Jōtarō, il protagonista dell’omonimo racconto, vuole conciliare «verità» e «bellezza»: per lui, la bellezza s’incarna in una donna bella e malvagia da adorare, una sorta di divinità femminile di cui diventare schiavo e dalla quale farsi umiliare. TI masochismo psicologico di Kōkichi evolve fino all’accettazione della propria natura, fino a un masochismo fisico che Tanizaki descrive in termini assai espliciti, anche se con una venatura grottesca e crudele: «Il corpo pingue di Jōtarō fu messo sul pavimento a pancia in giù come una palla. In un batter d’occhi tutte e due le gambe furono piegate all’indietro all’altezza del bacino e legate insieme ai polsi. Sembrava uno strano animale senza membra, una vera e propria pancia vivente».

Jun’ichirō Tanizaki (1886-1965) è uno dei massimi scrittori del nostro secolo. Sono numerose le sue opere tradotte in italiano, tra cui L’amore di uno sciocco (1924), Gli insetti preferiscono le ortiche (1929), Neve sottile (1945-48), La chiave (1956), Il diario di un vecchio pazzo (1962) e Libro d’ombra (1933).

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