Il Valore Magico della Parola
Titolo originale: Mysl’i jazyk
Autore/i: Florenskij Pavel A.
Editore: Edizioni Medusa
introduzione e traduzione di Graziano Lingua.
pp. 112, Milano
Questa serie di saggi del grande pensatore, teologo e scienziato – il Leonardo russo – morto in un gulag nel 1937, guidano il lettore alla scoperta della vitalità segreta della parola. Florenskij aveva progettato di raccoglierli in un volume intitolato Pensiero e linguaggio, che ha visto la luce in Russia soltanto dopo la perestrojka nel 1990. I testi originali sono in manoscritti che risalgono ai primi anni Venti. Il «valore magico» esprime nella concezione del teologo la sacralità profonda del linguaggio, in cui si cela il riflesso del Verbo divino, la sua presenza che porta alla «venerazione del nome». Una riflessione che venne suscitata in Florenskij dalla polemica sorta nel 1912 nella Chiesa ortodossa attorno alla «venerazione del nome» da parte dei monaci del Monte Athos, i quali sostenevano di sperimentare l’essenza di Dio pronunciandone il nome, posizione che fruttò loro la condanna ecclesiastica. La venerazione del nome pone il problema di un legame sostanziale e non soltanto convenzionale con la parola, e apre l’orizzonte del pensiero verso quel realismo ontologico che è stato uno dei punti qualificanti della riflessione di Florenskij, la cui tesi centrale, come annota Graziano Lingua nell’Introduzione, è che «l’uomo non possiede la parola come un suo tesoro, ma la trova come un dono. Il suo compito è coltivarla, portarla a maturazione, incrementando attraverso la propria energia il deposito da sempre esistente nei termini».
Pavel A. Florenskij (1882-1937) studiò a Mosca col matematico Bugaev. Lì conobbe il poeta Belyj e da quell’amicizia vennero anche i primi rapporti di Florenskij col movimento simbolista, che gli dischiuse la dimensione mistica della parola. Ben presto passò agli studi teologici e si trasferì nei pressi del Monastero della Trinità di San Sergio a Sergiev Posad, dove soggiornò fino al momento dell’arresto e dell’internamento in vari campi tra cui il gulag delle isole Solovki. Cercò di conciliare la visione cristiana ortodossa con i nuovi sviluppi filosofici e scientifici della modernità. Nasce così la sua opera più celebre, La colonna e il fondamento della verità (Rusconi, 1974, 1998). Sono inoltre disponibili in lingua italiana gli scritti di estetica raccolti nel volume Lo spazio e il tempo nell’arte (Adelphi, 1995); nel 2000 hanno visto la luce i suoi diari dal carcere, col titolo Non dimenticatemi (Mondadori); nel 2004 Medusa ha pubblicato il carteggio con Belyj L’arte il simbolo e Dio e nel 2008 Iconostasi. Saggio sull’icona.
Argomenti: Filosofia, Linguistica, Magia, Pensiero, Religione, Sacro, Simbolismo,