Il Segreto della Polvere di Proiezione – Prezioso Dono di Dio – Il Giardino delle Ricchezze
Opera Inedita
Autore/i: Flamel Nicolas; Aurach de Argentina Giorgio
Editore: Edizioni Mediterranee
a cura e con nota di Stefano Andreani, traduzione di Palmiero Perugini, foto di Alfio Di Bella.
pp. 104, 14 illustrazioni a colori, illustrazioni in bianco e nero, Roma
Nell’aprile 1864 il dottor Giacomo Melini trascrisse un manoscritto attribuito a Flamel e scritto, pare, nel 1382. Il manoscritto ha per titolo il Segreto della Polvere di Proiezione e il Melini, fondatore e presidente della Società-Filantropo-Magnetica di Firenze, termina il 23 di aprile del 1864 la traslazione grafica di tale manoscritto. Il Melini, conoscitore dell’alchimia, trascrive con pazienza monacale tutto il manoscritto e ne riproduce con evidente perizia la simbologia alchemica acquerellando con giusta e vera corrispondenza cromatica le figure che accompagnano il testo e che in questo volume vengono riprodotte. Il manoscritto atttribuito a Flamel, ha in ogni caso tutte le caratteristiche di un testo sapienziale. Dichiarare della sua autenticità è comunque compito arduo, poichè ogni testo alchemico, rappresentando per suoi versi la Philosophia Perennis, chiede il dolce tepore dell’anonimato. Sarebbe tuttavia ingiusto non riconoscere a questo dettato, che viene riprodotto grazie alla scoperta del manoscritto del Melini, una precisa aderenza alla più profonda cognizione alchemica. Si dirà anzi che la simbologia quivi espressa è di rara pregnanza e carica di “soluzioni informative”. La riproduzione degli acquerelli e quella del simbolismo alchemico-astrologico danno un particolare e raro valore al volume, che proprio per questo si è deciso di stampare in formato più grande del solito, quasi per dare evidenza e rilievo di totale scoperta ad un’opera che trasmette i segreti dell’operazione esoterica. Secondo quanto dice il Flamel presunto autore dell’opera, il libro fu da lui dedicato al nipote della moglie Perenelle in funzione testamentaria. Al testo di Flamel, sempre riprodotto nello stesso manoscritto del dottor Giacomo Melini, si unisce quello di Giorgio Aurach scritto nel 1475. Alchimista assai insolito e poco noto, che nel suo testo ricorda soprattutto l’elegante e significante mondo dei colori alchemici nella loro svariata, ma mai bizzarra o distratta intensità. Il testo di Aurach è a sua volta composto di due opere intitolate rispettivamente “Prezioso dono di Dio” e “Il giardino delle ricchezze” scritti di indubbio interesse, arricchiti da numerose illustrazioni a colori. Si tratta dunque nel complesso di due opere autentiche, di grande originalità e di notevole significato che la Biblioteca Ermetica è felice di offrire ai suoi lettori.
Nicolas Flamel (1330 –1418), scrivano e copista dell’Università di Parigi, fu un celebre alchimista francese del XV secolo. La sua vita non è un mito: la sua casa a Parigi, costruita nel 1407, è ancora in piedi e si trova al numero 51 di rue de Montmorency (III arrondissement di Parigi), dove ora c’è un ristorante. Le sue imprese, tuttavia, sono materia da leggenda. Si suppone che Flamel sia stato il più completo fra gli alchimisti europei. Le leggende narrano che riuscì a perseguire quelli che sono ritenuti gli obiettivi principali dell’alchimia: creò la pietra filosofale, in grado di trasformare il piombo in oro, e assieme a sua moglie Perenelle ottenne l’immortalità. Fin giovanissimo Flamel lavorò come scrivano giurista a Parigi, e avviò un fiorente commercio di libri e manoscritti, e si suppone che Flamel abbia ricevuto da un vecchio Rabbino di nome Nazard un libro misterioso, scritto da un antico personaggio noto come Abramo L’Ebreo. Il libro era pieno di parole cabalistiche in greco ed ebraico. Flamel dedicò la sua vita al tentativo di comprendere il testo di questi segreti perduti. Viaggiò per le università in Andalusia per consultare le massime autorità ebraiche e musulmane. A Santiago de Compostela incontrò un misterioso maestro ebreo convertito, Leon che gli insegnò l’arte di comprendere il suo manoscritto. Si crede che il 17 gennaio 1382 Flamel riuscì nella trasmutazione del Piombo in Argento e l’anno seguente riuscì a trasmutare il Piombo in Oro. Dopo il suo ritorno dalla Spagna, Flamel fu in grado di diventare ricco: la conoscenza che ricavò durante i suoi viaggi lo resero un maestro dell’arte alchemica. Flamel diventò un filantropo, donando ospedali e chiese grazie ai ricavi provenienti dal suo lavoro alchemico. Flamel fece sì che degli arcani simboli alchemici venissero scolpiti sulla sua lapide, attualmente conservata all’Hotel de Cluny di Parigi. La sua tomba è vuota; alcuni dicono che fu saccheggiata da persone in cerca dei suoi segreti alchemici. D’altra parte, se Flamel ha di fatto raggiunto il segreto dell’immortalità, la sua tomba vuota può avere altra spiegazione. Ci sono teorie sostenute da vari intellettuali che affermano che Flamel fosse in vita fino a qualche anno fa.
Argomenti: Alchimia, Segni e Simboli, Simbolismo, Studio Pratica e Ricerca,