Il Popolo dei Pellerossa
Usi, costumi, vita nella prateria degli Indiani d’America
Autore/i: Catlin George
Editore: Rusconi
prima edizione, introduzione dell’autore, traduzione dall’inglese e note di Alberto Paleari.
pp. 632, 1 cartina a colori, nn. tavv. b/n f.t., Milano
Senza alcun dubbio le Lettere di George Catlin (pubblicate a Londra nel 1841) costituiscono una delle più importanti testimonianze dirette sugli indiani della Grande Pianura nordamericana. Frutto di viaggi e di lunghi soggiorni fra quelle genti durante gli anni Trenta del secolo scorso, in esse si riflette la duplice realtà dei Pellerossa di allora: da una parte gli Indiani raggiunti dalla frontiera dei Bianchi, e ormai privi di identità culturale, e dall’altra gli ultimi incontaminati «selvaggi», con ancora integra la loro ricchezza di usi e costumi. È a questi ultimi che Catlin dedicò tutta la sua attenzione di pittore e di scrittore, ma anche di etnologo, raccogliendo un’enorme messe di dati, la maggior parte dei quali saranno confermati dagli studiosi che seguiranno. George Catlin visitò quasi cinquanta tribù, e su alcune si soffermò con particolare e meticolosa attenzione: Sioux, Piedi Neri, Corvi, Mandan, Comanche, Sauk e Fox, Choctaw, fra le altre. Le sue pagine illustrano con minuzia abiti, attrezzi, usanze, cerimonie, danze, abitazioni, armi e anche la natura in cui quella gente viveva e gli animali con cui era a contatto. La descrizione della terrificante Danza del Sole, della caccia al bisonte, dell’incendio della prateria, dei disegni sul mantello di un capo dei Mandan, del ritorno fra i suoi di Wi-jun-jon, della cava della pipa, dei cavalli, del bagno delle fanciulle, della sfortunata spedizione nella terra dei Comanche, sono solo alcune delle pagine indimenticabili di un libro la cui straordinaria importanza di testimone storico-etnologico si è rivelata sempre più imprescindibile col passare degli anni, mentre il mondo di cui narra andava ineluttabilmente scomparendo.
George Catlin (1796-1872), originario della Pennsylvania, studiò legge, ma abbandonò questa carriera per divenire ritrattista e dedicare poi la sua vita a documentare e ritrarre gli Indiani nei vari aspetti delle loro culture.
Dopo gli anni trascorsi nelle Grandi Pianure, Catlin si trasferì a Londra, dove espose al pubblico i suoi quadri e i manufatti indiani. Presentò alcuni pellerossa alla regina Vittoria, al re di Francia e ai sovrani del Belgio. Ridotto in povertà, svendette il suo materiale e ritornò in patria, dove cercò fino agli ultimi anni della sua vita di fare acquistare al Governo americano quanto aveva raccolto.
La parte più rilevante della sua collezione di quadri si trova ora allo Smithsonian Institute, Washington D.C., al Joslyn Art Museum, Omaha, Nebraska, al Gilcrease Institute, Tulsa, Oklahoma e all’American Museum of Natural History, New York.
Argomenti: America del Sud, Antiche Civiltà, Antichi Costumi, Indiani d'America, Storia, Storia dei Popoli,