Il Plasmotronico – Un Libro Mezzo Scritto e Mezzo da Scrivere
Autore/i: Parenti Giuliano
Editore: G. B. Paravia & C.
unica edizione.
pp. 144, nn. illustrazioni b/n, Torino
«Il Plasmotronico», già nel titolo, si presenta come un libro diverso, una storia scritta e da scrivere, al servizio della fantasia dei ragazzi, una fantasia bizzarra, un «luogo di tutte le ipotesi» – si potrebbe dire – rifacendoci alla definizione che Gianni Rodari ha dato della fiaba.
In un laboratorio chimico del futuro, un curioso e casuale fenomeno di reazione produce il Plasmotronico (un essere? Una sostanza? Una potenzialità?) che risponde ai desideri dei ragazzi, alla loro esigenza ingenua e profonda di correggere il mondo. E il mondo, docile ai voleri diana ricerca scientifica ironica, si modifica in una serie di soluzione divertenti, grottesche, libere ed insufficienti. Nasce così l’era della sfera a cui segue quella dello spigolo vivo (due modificazioni funzionalistiche, si potrebbero chiamare), ma il piano di razionalizzazione fallisce (sono un preciso riferimento ironico nei confronti della ricerca scientifica i disegni che illustrano le varie proposte di soluzione dei problemi che via via affiorano: pensiero alle macchine inutili di Munari su un piano di alto divertimento e alle invenzioni del prof. Franz su un piano più spicciolo ed immediato).
Il messaggio dei ragazzini è trasferito senza filtro dal Plasmotronico in realtà immediata; e non è che si accontentino di rendere il mondo più funzionale perché altri stimoli, per altre soluzioni, trasmettono al Plasmotronico: così nascono le ere della grande puzza, del grande profumo, dell’uguaglianza zoppa e del deserto di pancia.
La virtù dei ragazzi non può accettare il privilegio del denaro, la disuguaglianza sociale, la discriminazione fra chi è stato favorito dalla natura e chi dalla natura ha ricevuto un corpo naturale.
Il libro procede, attraverso allusioni, stimoli, ambiguità che richiedono la partecipazione totale del lettore e, in molti casi, la sua collaborazione: per esempio tutte le volte che il ragazzo è invitato a far procedere la vicenda secondo le sue scelte e la sua sensibilità. Soprattutto in questo (a parte la felicità delle trovate e la fresca vena del linguaggio) consiste la novità del Plasmotronico che viene così svolgendo un suo compito di liberazione culturale; all’idea data del mondo della narrativa chiusa, si sostituisce un’idea del mondo da inventare della narrativa aperta.
Si tratta pertanto di un libro da usare, di uno strumento operativo ben diverso dal consueto repertorio di buoni sentimenti della letteratura per ragazzi e il gioco, quando è condotto entro la misura morale del Plasmotronico è nato in un’aula scolastica, si è venuto costruendo in un anno di lezioni, ha tenuto conto delle reazioni degli alunni, dei loro suggerimenti e dei loro desideri, infine è presentato gioiosamente dagli stessi che ne sottolineano l’aspetto divertente e ne riconoscono l’adeguatezza pedagogica.
Nel processo in atto di rinnovamento dei contenuti e delle metodologie didattiche Il Plasmotronico costituisce un esempio singolare di libertà e di rigore verso una cultura che si fa, non si impartisce e tantomeno subisce.
- Una leggenda chimica ed altro
- L’era della sfera
- L’era dello spigolo vivo
- L’era del deserto di pancia
- L’era delle nuove dimensioni
- L’era della grande puzza
- L’era del grande profumo
- L’era dell’uguaglianza zoppa
- L’era degli scappasuoni
- Appendice dell’amore senza memoria
Argomenti: Cultura, Letteratura, Narrativa, Studio Pratica e Ricerca,