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Il più Personale dei Piaceri – Diari di Viaggio, Persia 1926-1927

Il più Personale dei Piaceri – Diari di Viaggio, Persia 1926-1927

Titolo originale: Passenger to Teheran – Twelve days

Autore/i: Sackville-West Vita

Editore: Garzanti Editore

unica edizione, premessa dell’autrice, nota e traduzione dall’inglese di Marina Premoli.

pp. 248, Milano

«Viaggiare e il più personale dei piaceri»: è questa la frase che Vita Sackville-West premette ai suoi ricordi di viaggio in Persia. Ma la scrittrice inglese ha un semplice segreto, con cui riesce a trasformare questo «piacere privato» in una lettura godibile, che trasmette tutta la curiosità, la capacità d’osservazione e l’ironia di una nomade d’eccezione: «È importante non dare nulla per scontato. Il viaggiatore saggio è costantemente sorpreso. Un sedentario sa che in India i pavoni volano liberi come gli storni in Inghilterra, e non vi trova motivo di meraviglia. Ma la verità è che vedere i pavoni selvatici che dispiegano la coda contro la luce di un tramonto orientale è una scena davvero meravigliosa».
Così, quando nel 1926 la trentaquattrenne Vita Sackville-West si imbarca per raggiungere il marito Harold Nicolson, nominato dal Foreign Office consigliere a Teheran, è in grado di apprezzare – e restituire nella sua scrittura – gli spazi immensi e gli orizzonti sconfinati, i giardini naturali, oasi di verde e di pace per il solitario pastore e i suoi animali, il mistero dei bazar, le bellezze naturali.
L’impatto con quel mondo selvaggio e primitivo sarà tale che pochi mesi dopo la scrittrice deciderà di intraprendere un nuovo viaggio, in regioni ancora più impervie: seguendo le tracce di Alessandro Magno, si spingerà fin sulle montagne abitate dalle fiere tribù dei pastori Bakhtiyari. Per dodici giorni di cammino su sentieri rocciosi e dodici notti in tenda, condividerà la loro esistenza nomade e avventurosa finché la carovana non scenderà a valle, tra le rovine di Persepoli, «mai dissacrate dalla mano dell’uomo», mentre in lontananza s’intravedono i fumi dei campi petroliferi della Anglo-Persian Oil Company, quasi a suggellare in un’immagine il significato di una esperienza sospesa tra passato e presente.

Vita Sackville-West (1892-1962) è una delle protagoniste della vita letteraria inglese del nostro secolo; di estrazione aristocratica, legata al circolo di Bloomsbury, coltivò raffinate relazioni sociali e inquiete esperienze erotiche. Tra i suoi libri tradotti in italiano, gli autobiografici La signora scostumata (1930) e Ogni passione spenta (1931), il poemetto Del giardino (1946) e la corrispondenza con la Woolf (Cara Virginia); di questa amicizia, la Woolf ha dato un memorabile ritratto in Orlando (1928).
Il più personale dei piaceri raccoglie i due volumi che Vita Sackville-West dedicò ai suoi viaggi in Persia, Passenger to Teheran (1926) e Twelve Days (1928).

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IN VIAGGIO PER TEHERAN

  • Premessa
  • Verso l’Egitto
  • Verso l’Iraq
  • Arrivo in Persia
  • Teheran
  • Isfahan
  • Qum
  • L’incoronazione di Reza Khan
  • La Russia

DODICI GIORNI

  • Appendice

Nota di Marina Premoli

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Argomenti: Memorie, Persia, Viaggio,

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