Il Pensiero Multiplo
L’insonne esercizio della ragione del maggiore critico americano su grandi temi culturali: da Puškin a Flaubert, da Freud al marxismo
Autore/i: Wilson Edmund
Editore: Garzanti Editore
prima edizione, prefazione dell’autore, traduzione di Luciana Bulgheroni Spallino, titolo originale: The Triple Thinkers.
pp. 296, Milano
Inventore, sì può dire, di un genere letterario, la recensione-saggio – occorre scrivere articoli che possano diventare saggi, i quali a loro volta diventeranno libri” -, Wilson ha affrontato con coraggioso eclettismo, superando ogni accademica distinzione fra ricerca erudita e critica militante, temi svariatissimi, ben oltre l’ambito strettamente letterario: da La guerra fredda e l’imposta sul reddito, alla letteratura durante la guerra di secessione, dai manoscritti del Mar Morto all’etnologia degli indiani irochesi, dal simbolismo (Il castello di Axel) all’interpretazione del leninismo (Stazione Finlandia). L’indipendenza di gusto e di pensiero, la proverbiale chiarezza, l’attenzione costante all’uomo prima ancora che all’autore, l’abilità nei darci la ricostruzione culturale di un’epoca aprendo il discorso letterario alla critica sociale, pongono Wilson nel solco della grande tradizione dei “critici totali” alla Sainte-Beuve, ma arricchita della lezione di Marx, resa inquieta da quella di Freud (La ferita e l’arco).
Dei dodici saggi raccolti in questo volume, alcuni sono ormai annoverabili tra i classici della critica letteraria, come quelli sull’Eugenio Oneghin e Il cavaliere di bronzo di Puškin, sul Giro di vite di Henry James, su Flaubert e lo spessore politico di un romanzo come Madame Bovary: altri ci familiarizzano con autori meno noti (Ben Jonson, Alfred Edward Housman, John Jay Chapman), rivelandone inesplorate dimensioni; altri ancora vedono Wilson impegnato in un puntiglioso lavoro di verifica e ridefinizione di alcuni importanti problemi di teoria della letteratura, come gli instabili confini tra prosa e poesia, “la regola del gusto”, i rapporti letteratura-società. Due saggi infine toccano corde più personali: la visita a Paul Elmer More, e il ricordo di un vecchio maestro, “Mr. Rolfe”. In tutti, l’inconfondibile procedere critico wilsoniano, cosi descritto da Giacomo Debenedetti: “Dall’opera Wilson enuclea un tema biografico dell’autore, dal quale ritorna poi all’opera per illuminare dal di dentro il senso e i moti, la riuscita e gli scacchi… È un procedimento che finisce col somigliare all’Arte della fuga, come la intendevano i grandi contrappuntisti.”
Argomenti: Cultura, Storia del Pensiero,