Il Paese delle Donne
Una donna moso racconta la sua vita in una società matriarcale ai confini del mondo
Autore/i: Yang Erche Namu; Mathieu Christine
Editore: Sperling & Kupfer Editori
traduzione di Emma Gasperoni.
pp. 340, 1 cartina b/n, Milano
Nel cuore dell’Himalaya un popolo straordinario e quasi sconosciuto affida da sempre alle donne le sue sorti.
Una di loro ha deciso di raccontare questo mondo affascinante e misterioso.
«Le donne moso sono le “legittime” depositarie dell’autorità sulla quale si regge la famiglia, sono le amministratrici del patrimonio famigliare, le comproprietarie dei beni ereditati, le custodi delle antenate e le capostipiti femminili di una discendenza propria. E, fatto non meno importante, godono di diritti e di libertà personali nell’ambito dei rapporti sessuali che sono fuori questione in quasi tutto il resto del mondo. […] Ciò che hanno conseguito è una società in cui tutti i fattori fondamentali dell’esistenza (allevamento dei figli, affetto, conservazione e trasmissione del patrimonio e discendenza famigliare) sono diritti innati stabiliti in base al fattore più indiscusso costituito dal legame materno.»
In una remota regione della Cina meridionale a ridosso dell’Himalaya si estende il territorio dei moso, forse l’unica società matrilineare al mondo. Qui la famiglia è un concetto indistinto perché la parola «padre» è inesistente e il matrimonio viene considerato una pratica arcaica e contro natura: l’amore e la sessualità sono vissuti con grande libertà e i legami si formano e si sciolgono a seconda del desiderio. In questi luoghi intrisi di fascino e mistero, gli ideali della rivoluzione culturale cinese e il progresso hanno intaccato solo in parte le antiche tradizioni.
Qui è nata Namu, la straordinaria protagonista di questo libro, che racconta in prima persona la sua lotta temeraria per realizzare un desiderio impossibile, quello di andarsene da un orizzonte così ristretto e diventare una cantante famosa. Un sogno che si è trasformato in realtà. Risoluta, bellissima, coraggiosa, questa ragazza fin da bambina ha mostrato alla comunità l’insofferenza e il disagio per quel mondo, pur amato profondamente e mai rinnegato, è l’ansia di rovesciare il suo destino che, come per tutta la gente moso, difficilmente offre possibilità di riscatto o di cambiamento. Un libro emozionante che, in un’originale commistione di antropologia e memoria, storia e lirismo, e con l’imprevedibilità di un romanzo d’avventura, mette in scena l’universale rapporto tra una madre e una figlia, i conflitti profondi che le dividono e l’amore autentico che le fa ritrovare e riavvicinare.
Yang Erche Namu è nata nel villaggio di Zuosuo, in Cina, nel 1966. Nel 1981 ha fatto il primo viaggio alla scoperta del proprio talento come cantante, arrivando fino a Pechino. Nel 1990 si è trasferita a San Francisco, dove è stata cantante e poi fotomodella. In Cina ha pubblicato diversi libri incentrati sulla sua vita e la sua carriera. Sposata con un diplomatico, vive fra Pechino, Ginevra e San Francisco.
Christine Mathieu, nata a Parigi, si è laureata in Antropologia in Australia. Ha conseguito un dottorato di ricerca sulla cultura e la storia dei moso, durante il quale ha conosciuto Namu. Oggi vive a San Francisco, dove insegna Antropologia al St. Mary’s College of California.
Argomenti: Antropologia, Donna, Etnologia, Matriarcato, Storia di Donne, Universo Femminile,