Il Momento del «Classico» nella Grecia Politica
Autore/i: Pavan Massimiliano
Editore: Centro Editoriale Internazionale
prologo dell’autore.
pp. 592, Roma
L’Autore esamina il secolo e mezzo di storia greca che intercorse tra la battaglia di Maratona contro la prima invasione persiana (490 a.C.) e la sconfitta subìta dalle pòleis greche a Cheronea per mano del Re di Macedonia Filippo II (338 a.C.). La direttrice di questa indagine è suggerita dalle testimonianze effettivamente vive della Grecità classica, le quali, nel complesso stesso dei problemi critici ad esse inerenti, si ripresentano sempre e comunque come le uniche e valide garanti sia della sopravvivenza di quella storia in se’ e per sé, sia della definizione stessa di classicità. C’è dunque un nesso inscindibile fra le Guerre persiane e le Storie di Erodoto e le tragedie di Eschilo, così come c’è tra l’impero di Atene e la Guerra del Peloponneso, e le Storie di Tucidide, le tragedie di Sofocle e di Euripide, le commedie di Aristofane, l’affermarsi della prima sofistica e l’insegnamento di Socrate, come c’è tra egemonia spartana, tentativi di rinascita ateniese, egemonia tebana e infine predominio macedone, e l’opera storica di Senofonte, l’oratoria pubblica di Isocrate, di Demostene e di Eschine e lo stesso pensiero speculativo di Platone e di Aristotele. Questo nesso non è soltanto oggettivo, cioè estrinseco, ma storiologico, cioè intrinseco, e in quanto tale è risultato come la condizione stessa della vitalità d’una storia in cui i secoli successivi hanno sempre ritrovato un termine di confronto e di chiarimento, cosicché la precisazione dei modi e delle forme con cui ed in cui il pensiero storico moderno ha visto la Grecità si dimostra inerente ad ogni ripensamento della storia greca.
Massimiliano Pavan è professore ordinario di storia greca e di storia romana nell’Università di Perugia.
I suoi studi di storia e storiografia greca (Postille a Dionigi di Alicarnasso, 1947; La Grecità politica da Tucidide ad Aristotele, 1958; Postilla a Tucidide, 1961; La teoresi storica di Diodoro Siculo, 1961; Sul pensiero politico classico, 1962; Sul significato storico dell’“Encomio di Roma” di Elio Aristide, 1962; Isocrate e Demostene e la fine della Grecità politica classica, 1969; Biografia e storiografia nell’età greca e romana, 1969) e quelli di storia e storiografia romana (La crisi della scuola nel IV sec. d.C., 1952; L’ideale politico di Lucano, 1955 ; La provincia romana della Pannonia Superior, 1955; L’ambiente militare nella provincia del Norico, 1956; Ricerche sulla provincia romana di Dalmatia, 1958; Agostino emula di Sallustio, 1960; Due discorsi di Lucio Emilio Paolo, 1961; La politica gotica di Teodosio nella pubblicistica del suo tempo, 1964; I cristiani e il mondo ebraico nell’età di Teodosio il Grande, 1966; Storia romana, 1969), caratterizzati dall’esigenza di approfondire anche i modi e le forme con cui il mondo greco e quello romano sono stati recepiti dal pensiero storico moderno, sono stati accompagnati da vari saggi di storia della cultura (Storie dell’impero romano, 1957; La fine del’impero romano nel giudizio di Alessandro Manzoni, 1958; Cesare Balbo e la questione delle origini italiche, 1961; Il peggioramento antico nella filosofia della storia di C. Balbo, 1961; Voltaire e la storia romana, 1962; Storie d’una provincia: la Gallia romana, 1963; Lo studio dell’antichità classica nell’Ottocento, 1963; L’universalità della storia, 1963; Discussione sulla storiografia (Italia-URSS), 1964; La biografia nazionale italiana, 1965; Su Wilhelm v. Humboldt e la comprensione dell’antichità classica, 1965 ; La storia e lo storico in Voltaire, 1966; La moderna critica storica e il didascalismo nella storiografia antica, 1966; La Grecità classica, 1967; Storia greca e cultura moderna, 1968; Vico e il mondo classico, 1968; Roma antica nell’età del Risorgimento, 1970).
Argomenti: Antica Grecia, Antiche Civiltà, Antichità, Mondo Classico, Storia,