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Il Mito della Libertà e la Via della Meditazione

Il Mito della Libertà e la Via della Meditazione

Autore/i: Trungpa Chögyam

Editore: Ubaldini Editore

a cura di John Baker e Marvin Casper, illustrato da Glen Eddy, traduzione di Paolo Perrella.

pp. 136, ill. b/n, Roma

Un fruttuoso incontro fra la tradizione esoterica orientale e i modelli culturali dell’occidente genera una nuova visione del mondo, dell’uomo e della sua vera libertà.

La libertà è concepita in genere come la capacità di realizzare i propri scopi e soddisfare i propri desideri. Ma qual è la fonte di questi scopi e desideri? Nei capitoli di questo libro, basato sulle conversazioni tenute da Chögyam Trungpa, l’idea della libertà è inserita nel profondo contesto del buddhismo tibetano. Scavalcando il divario fra la tradizione esoterica orientale e le realtà quotidiane della vita occidentale, l’undicesima incarnazione del Trungpa Tulku ci insegna che gli atteggiamenti, i preconcetti e persino le stesse pratiche spirituali possono trasformarsi in catene che ci avvincono a modelli ripetitivi di frustrazione e disperazione. Trungpa spiega inoltre il ruolo significativo svolto dalla meditazione nel mettere a fuoco le cause della frustrazione e nel far sì che queste forze distruttive divengano aiuti nel progresso verso la vera libertà. L’abilità unica di Trungpa nell’esprimere l’essenza degli insegnamenti nel linguaggio e nelle immagini della cultura occidentale contemporanea fa di questo libro una delle fonti più dirette per attingere al significato immediato della dottrina buddhista. C’è in questo approccio un amalgama di piacevole umorismo e di profondissima serietà, che implica una visione della vita nella sua completezza e senza la macchia di idee preconcette.

Chögyam Trungpa Rinpoche, nato in Tibet nel 1939 e morto negli Stati Uniti nel 1987, tra i primi maestri a presentare il buddhismo in lingua inglese, fu riconosciuto a un anno e mezzo come l’undicesima reincarnazione di Trungpa Tulku. Dopo aver completato gli studi nelle scuole Kagyü e Nyingma, divenne erede e maestro di meditazione dei lignaggi di Milarepa e Padmasambhava. Fuggito dal Tibet in seguito all’occupazione cinese del 1959, passò tre anni in India e poi si trasferì a Oxford, dove studiò religioni comparate, filosofia, psicologia, arte e lingue. Stabilitosi in America nel 1970, fondò numerose comunità contemplative buddhiste che facevano capo al Vajradhatu, l’organizzazione da lui istituita negli Stati Uniti, e la prima università americana di ispirazione buddhista, la Naropa University.

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