Il Mio Guru
Autore/i: Isherwood Christopher
Editore: Garzanti Editore
prima edizione, traduzione dall’inglese di Marco Papi.
pp. 272, Milano
Dopo una prima, magica visita a New York di ritorno dalla Cina, nel 1939 Isherwood e Auden sono di nuovo in America. Isherwood ha già scritto i suoi capolavori berlinesi, ma al contrario di Auden intende godere dell’anonimato offertogli dalla società americana. Da New York si trasferisce in California, tormentato da un crescente senso di vuoto interiore. È così che a Hollywood incontra il suo guru, swami Prabhavananda, un monaco induista che lo affascina con la sua religiosità profonda e priva di ogni senso del peccato. Nasce un rapporto destinato a durare un’intera vita. Eppure, anche quando lavora con Prabhavananda alla traduzione dei sacri testi dei Vada, Isherwood non riesce, o non vuole, arrivare a spegnere il desiderio sessuale, che torna dolce e prepotente ad ogni occasione, a dispetto dei tentativi di regolarlo. Isherwood non nasconde la propria natura di commediante, i dubbi sull’autenticità della sua vocazione, ma riesce a trovare nel teatro dei desideri e delle debolezze la voce franca e ironica che i suoi lettori conoscono.
Christopher Isherwood, nato nel Cheshire nel 1904, vive dal 1933 al 1936 a Berlino, dove assiste all’avvento del nazismo, che descrive nei romanzi Il signor Norris se ne va e Addio a Berlino (Garzanti). Poi si trasferisce negli Stati Uniti e prende la cittadinanza americana. Collabora con Auden per alcuni lavori teatrali e scrive per il cinema. Muore in California nel 1986. Tra i suoi romanzi ricordiamo ancora La violetta del Prater, Un uomo solo, Ritorno all’inferno (Garzanti).
Argomenti: Induismo, Maestro Spirituale, Spiritualità,