Il Māhābharata
Autore/i: Narayan Rasupuram K.
Editore: Edizione CDE
introduzione dell’autore, traduzione di Riccardo Mainardi, l’indice e il glossario dei termini in sanscrito sono stati curati da Alberto Pelissero.
pp. 218, Milano
È nella grande piana del Kuruksetra, fra il bagliore e il cozzare fragoroso delle armi, che culmina la lunga inimicizia fra i Pandava e i Kaurava, i due rami della famiglia regale dei Kuru. E quella battaglia incarna, in un certo senso, la lotta fra il bene e il male, non fosse che un’invincibile perplessità si insinua nell’animo del principe vittorioso: il bene e il male abitano vicini nei recessi più intimi di ogni essere, ed è facile, per chi difende una giusta causa, scivolare sulla china della violenza. L’antica epopea indiana si conclude in un senso di vuoto, di molto rumore per nulla, di inutile dispendio di energie e di sangue; è come se qualcosa ci avvertisse che, dopo la catastrofe, tutto continuerà come prima… Così, almeno, siamo portati a leggere il Māhābharata, l’antichissimo poema epico sanscrito, nella versione che R.K. Narayan ci ha fornito. il racconto, che offre al pubblico d’oggi una straordinaria occasione per accostarsi a questo monumentale epos, colpisce innanzitutto per una magica virtù di seduzione: attraverso il ricco terreno della mitologia e della spiritualità dell’induismo, il lettore è condotto per mano da una narrazione suasiva, vibrante, ignara di pause e di rallentamenti. Dalle iniziali movenze di fiaba, scandite in sequenze fantastiche sullo sfondo di una natura idilliaca e stranita, affiora a poco a poco la vena di un vero e proprio romanzo, dai personaggi complessi e sfumati, al di là della loro vigorosa evidenza. E nell’eroica statura di Yudhisthira, il maggiore dei cinque Pandava che, caduto in errore, sopporta con pazienza l’esilio; in quel suo vivere doppiato da un vedersi vivere, alla perenne ricerca di una misura morale, è la cifra dell’arduo, nobile tentativo dell’uomo di trovare se stesso.
Rasupuram Krishnaswami Narayan, nato a Madras nel 1906, è uno dei maggiori romanzieri indiani. La sua ricchissima produzione narrativa, ambientata nel microcosmo della cittadina immaginaria di Malgudi, segue l’evoluzione della vita indiana dal colonialismo all’indipendenza, con un’attenzione particolare all’incontro della cultura britannica con la civiltà e le tradizioni locali. Prima di The Māhābharata (1978) Narayan aveva già dato, con The Ramayana (1972), una versione in prosa moderna dell’antico epos indiano.
Argomenti: Civiltà Indiana, India, Induismo, Poemi,