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Il Linguaggio Grafico-Pittorico nella Scuola dell’Infanzia

Il Linguaggio Grafico-Pittorico nella Scuola dell’Infanzia

Autore/i: Dallari Marco

Editore: La Nuova Italia

prima edizione, introduzione dell’autore.

pp. 130, Firenze

Perché in una società come la nostra, in cui la comunicazione visiva, immagine, il disegno, la fotografia, la televisione, il cinema hanno sempre più spazio, sempre più importanza nella formazione delle idee e della personalità, la scuola, e in particolare la scuola dell’infanzia, non si occupa della comunicazione visiva se non, a volte, in modo parziale o superato?
Perchè il bambino disegna, cosa lo spinge a rappresentare ciò che rappresenta, cosa significa per lui produrre e mostrare le sue opere è come possono gli educatori utilizzare correttamente questo grande strumento che a bambino ha a disposizione?

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Indroduzione

1. Rapporto con la realtà e strutturazione del pensiero nel bambino
I. I presupposti della selezione scolastica
II. Le materie scolastiche: un equivoco
III. II rispetto dell’individualità culturale
IV. Descolarizzazione di ciascuno o scolarizzazione di tutto?

2. I linguaggi non verbali
I. linguaggio orale e scritto nella cultura ufficiale
II. I codici della socializzazione
III. A monte del discorso linguistico
IV. Verso una socializzazione non alienata

3. Verso una interpretazione semiologica
I. Le analogie fra i diversi linguaggi
II. La conquista della rappresentazione

4. L’interpretazione pedagogica del linguaggio grafico-pittorico
I. Il disegno come frutto e strumento di relazione
II. Una pedagogia per la non alienazione

5. Per una pedagogia della comunicazione
I. Il significato dei segni della comunicazione: parola

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