Il Libro dell’Estinzione nella Contemplazione
Autore/i: Ibn Al-’Arabī
Editore: Se
traduzione di Younis Tawfik e Roberto Rossi Testa, postfazione e note di Michel Vâlsan, in copertina: Frammento del Corano in scrittura kūfī (IX secolo).
pp. 80, Milano
Il Libro dell’Estinzione nella Contemplazione è uno dei numerosi trattati brevi di Ibn ’Arabî, «il più grande Maestro» sūfī (nato nel 1165 a Murcia, in Spagna, e morto nel 1240 a Damasco), che si situano spesso ai margini delle sue opere maggiori. Tesi fondamentale del trattato è che la Realtà Essenziale divina, la meta della Via della conoscenza metafisica, può essere contemplata soltanto attraverso una realizzazione che è, da una parte, estinzione di quanto nell’essere o nell’occhio contemplante vi è di contingente e relativo, e dall’altra permanenza di quanto vi è in esso di assoluto e necessario. Quello che viene meno è per definizione caduco e in via di estinzione da sempre, ciò che permane è immutabilmente identico dall’eternità. La sola Visione appare come nuova all’occhio contemplante, ed essa è l’attributo proprio di quel vertice della realizzazione metafisica che vien detto «Stazione della Quiete e della Sussistenza Immutabile».
La Via per giungervi è esoterica: solo gli iniziati, i Conoscenti, potranno attingere la Visione Suprema, conseguente all’Estinzione metafisica e coincidente con il Levarsi del Sole essenziale.
Il Libro dell’Estinzione nella Contemplazione
Note al testo
Postfazione di Michel Vâlsan
Argomenti: Islamismo, Misticismo, Orientalistica, Spiritualità, Sufismo, Trascendenza,