Il Libro dei Morti degli Antichi Egizi
Papiri d’Ani, Hunefer, Anhaï
Autore/i: Anonimo
Editore: Fratelli Melita Editori
commento di Evelyn Rossiter, traduzione di Barbara Mascardi.
pp. 124, riccamente ed interamente illustrato a colori, La Spezia
Ecco totalmente riprodotte, per la prima volta in quadricromia, le figure del celebre papiro di Ani, completate dai papiri similari di Hunefer e di Anhaï, insieme chiamato comunemente, dopo 130 anni, Il Libro dei Morti.
Il papiro di Ani misura circa 24 metri di lunghezza. Quello di Hunefer è 5,50 metri e le litanie destinate ad Anhaï sono vicine ai 4 metri.
Tali raccolte d’invocazioni e di incanti magici erano situate nelle tombe, secondo un’abitudine che risale al XVII secolo a.C. circa. Si credeva, così facendo, di permettere ai defunti di trionfare sui pericoli dell’Aldilà, offrendo loro la possibilità di mutarsi con le potenti creature regnanti nell’universo dei morti. Per far ciò, insegnavano loro le formule che avrebbero aperto, ad una ad una, le porte dell’oltretomba.
È interessante notare come i papiri descrivano la felicità dei campi Elisi, in cui Ra conduceva i defunti nella sua celestiale crociera. I testi egizi non fanno nessun riferimento ad un’eventualità di soggiorno nell’inferno.
Il peso dell’anima – incarnata attraverso il muscolo cardiaco, principio vitale, per definizione era valutato secondo delle regole – ben precise di cui, purtroppo, non ne sappiamo niente. Nonostante ciò, abbiamo oggi un documento di grande importanza, specialmente per questi tempi. Il fascino per l’antichità egizia non è mai stato così intenso, ed i problemi della morte sono oggetto di esami e di riflessioni sempre rinnovati.
Argomenti: Culti, Culti Funerari, Egitto, Egittologia, Riti, Rituali Magici, Vita dopo la Morte,