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Il Labirinto Verticale

Il Labirinto Verticale

Autore/i: Carotenuto Aldo

Editore: Casa Editrice Astrolabio

pp. 152, Roma

Smarrito nel labirinto, Arione impara dolorosamente a trovare, tra le mille strade che a ogni passo gli si aprono dinanzi, l’unica che è la sua. La paralisi lentamente si scioglie quando comprende che la soluzione non sta nel fuggire dal labirinto, ma nell’imparare a percorrerlo.

Un artista di successo cade in una depressione devastante. È il culmine di un’esperienza di vita che l’aveva portato a constatare il profondo divario fra la sua verità interna, vissuta come fallimentare, e la dimensione pubblica della stima e del rispetto. In modo drammatico il conflitto paralizza la sua possibilità di espressione e il suo desiderio d’amore. Ed è in questo preciso momento, nel confronto fra l’essere e l’apparire, che si inserisce un’esperienza di analisi psicologica protrattasi sei anni. Aldo Carotenuto, che di questa vicenda è stato un polo dialettico, illustra e discute la complessa situazione dell’artista, e cerca di comprenderla alla luce delle proprie convinzioni «psicologiche, ponendola nello sfondo di quelle vaste dimensioni interpretative che per primi Jung e Neumann hanno esplorato.
Un caso clinico quindi, che nel suo apparente discorso privato si apre di fatto alla dimensione dell’umano universale. Come in un caleidoscopio i vari elementi della vita di Arione (tale è, lo pseudonimo con cui Carotenuto indica il paziente, alludendo alla mitica figura salvata dal delfino), s’intersecano fra loro e la composizione permette di osservare all’interno di una singola anima i problemi che schiacciano la maggior parte degli esseri umani. Tra quei problemi emerge soprattutto una modalità paranoica di rapporto con la realtà, cioè un atteggiamento del paziente in cui il reale in sé ha scarsa rilevanza; esso funziona solo come uno specchio che rimanda al paziente il suo odio e la sua paura, inducendolo a credere che esclusivamente nel mondo esterno risiede la fonte del suo brutale destino.
Il percorso che conduce alla responsabilizzazione di Arione è costellato di angosce e crisi di disperazione, ma la circolarità del rapporto con l’analista, osservatore, coinvolto ma sempre “con la testa fuori”, permette al paziente di uscire dalla paralisi, senza eccessivi trionfalismi e facili entusiasmi.
Soltanto la penosa scoperta che conoscere noi stessi non è e non è mai stato sinonimo di felicità.

Aldo Carotenuto, nato nel 1933, è attualmente professore incaricato di Teorie della personalità all’Università di Roma. Membro dell’Associazione Internazionale di Psicologia Analitica, dirige la Rivista di psicologia analitica, il Giornale storico di psicologia dinamica e due collane di libri scientifici. Ha pubblicato: Senso e contenuto della psicologia analitica (1977), Jung e la cultura italiana (1977), Psiche e inconscio (1978), La scala che scende nell’acqua (1979), Psicologia della liberazione (1979), Diario di una segreta simmetria (1980).

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