Il Grande Cervello

In una civiltà di massa possono e devono esistere ancora gli intellettuali? Uniti in una casta, che cinicamente produce ideologie al servizio di questo o quel Signore, non rappresentano forse la vera minaccia per una società libera?

Autore/i: Fertilio Dario

Editore: SugarCo Edizioni

pp. 172, Milano

George Orwell, descrivendo il totalitarismo moderno, aveva parlato di un Grande Fratello. Gli sviluppi successivi della società di massa hanno rivelato che la vera minaccia proviene piuttosto da un Grande Cervello. Chi è il Grande Cervello?
È la casta degli intellettuali, che sopravvive in forme sempre diverse attraverso gli anni e le generazioni.
Ciò che la tiene unita, e le permette di conciliare al suo interno personaggi antitetici, è anzitutto l’istinto di conservazione. L’intellighenzia vuole vivere in eterno, tramandando un’immagine di sé superiore al mondo in cui si trova a vivere. Allo stesso tempo, con cinismo, accetta di venire a patti con il Principe, cioè con il potere, e in cambio di protezione gli assicura qualcosa di cui ha un vitale bisogno: l’ideologia. Nella moderna società di massa l’intellettuale è sempre più un produttore di ideologie al servizio di un Signore.
Pur divisi in diversi «partiti» (profeti, eremiti, militanti, populisti, critici, sabotatori, protagonisti, suicidi…), i sapienti sono accomunati dalle più sorprendenti affinità elettive, ma soprattutto sono convinti di appartenere a una casta e di dover svolgere un ruolo fondamentale nella società. Ma l’intellettuale può ancora esistere nella società di massa? O non dovrebbe essere sostituito piuttosto da una funzione, esercitata di volta in volta da persone diverse? Se è cosi, la fuga dagli intellettuali diventa una necessità per chiunque scelga di battersi per una società libera. Certo, chi è vissuto all’interno della casta dovrà pagare un prezzo personale, ma è l’unico modo per sconfiggere la minaccia del Grande Cervello.

Dario Fertilio è nato nel 1949, da una famiglia di origine dalmata.
Giornalista professionista, è laureato in Lettere. Attualmente fa parte della redazione politica del «Corriere della Sera» ed è notista politico e culturale di «Critica sociale».

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