Il Figlio Segreto del Duce – La Storia di Benito Albino Mussolini e di Sua Madre Ida Dalser
Una storia che mostra il volto più segreto e cupo del fascismo: un uso del potere per fini personali che coinvolge interi apparati dello stato.
Autore/i: Pieroni Alfredo
Editore: Garzanti Editore
unica edizione.
pp. 144, Milano
Ai primi di dicembre del 1937, dopo una penosa odissea attraverso diversi manicomi, moriva nell’Ospedale di San Clemente, a Venezia, Ida Dalser. Cinque anni dopo, il 26 agosto del 1942, in un altro ospedale psichiatrico, a Mombello, alle porte di Milano, spirava suo figlio: quel ragazzo, appena ventiseienne, era Benito Albino Mussolini, il figlio che il Duce aveva avuto da Ida Dalser e che il padre aveva riconosciuto pochi mesi dopo la nascita. Le vicende della famiglia Mussolini ricordano la tragedia greca: sembra quasi che siano state sospinte e incalzate dal Fato, fino alla macabra conclusione di piazzale Loreto. In questo scenario, il terribile destino di Ida e del piccolo Benitino rappresenta probabilmente il risvolto più cupo. Ida Dalser fu amante del giovane Mussolini in uno dei momenti chiave della sua carriera. Alla vigilia della Grande guerra il futuro Duce aveva abbandonato il Partito socialista per fondare «Il Secolo d’Italia» e dar vita a quello che sarebbe diventato il Partito fascista. Ida amò quel politico spregiudicato e ambizioso, lo aiutò a superare circostanze difficili, finché in lui non prevalse il vincolo con Rachele. In quel momento la vita di Ida e Benito iniziò una atroce spirale verso l’inferno, fino al sospetto di un duplice delitto di stato.
Alfredo Pieroni, che da giovane giornalista l’aveva portata alla luce, ha voluto raccontare l’intera vicenda: per rendere giustizia alla memoria di due vittime innocenti, ma soprattutto per cercare di capire quale verità ci possa consegnare il loro calvario. Da un lato ci sono – certo – le responsabilità personali del Duce, anche se forse non sarà mai chiara la loro misura. Dall’altro, attraverso i terribili particolari di questo vero e proprio complotto, emerge – con altrettanta certezza – il clima che permise quella persecuzione: un clima umano, prima ancora che politico, una rete di complicità e omertà che deve far riflettere sulla natura di un regime come quello fascista.
Alfredo Pieroni, trentino, ha lavorato per cinquant’anni al «Corriere della Sera», di cui è stato uno dei giornalisti di punta. È autore di decine di inchieste e libri.