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Il Fattore Maya – La Via al di là della Tecnologia

Il Fattore Maya – La Via al di là della Tecnologia

Titolo originale: The Mayan Factor

Autore/i: Argüelles Josè

Editore: Wip Edizioni

prima edizione, premessa di Brian Swimme, traduzione e cura di Antonio Giacchetti, illustrazioni dell’autore.

pp. 256, nn. ill. b/n, Bari

Il fattore Maya – La via al di la’ della Tecnologia. Pubblicato negli USA nel 1987, la versione italiana ha dovuto attendere il 1999. Capolavoro e long-seller del Prof. José Argüelles, che ha dedicato la sua vita allo studio dei codici matematici e dei calendari dei Maya, la misteriosa civiltà della Mesoamerica che incarna alla perfezione il mito della civiltà perduta, affascinante ed enigmatica. Lo Tzolkin, che per decenni era rimasto il “misterioso calendario sacro” dei Maya, nell’analisi di Argüelles diventa il Modulo Armonico, la matrice galattica, la tabella di tutte le permutazioni energetiche possibili in questa zona del sistema – il terzo pianeta a partire dal Sole. E quello che così a lungo – nell’analisi di archeologi e storici ufficiali – era rimasto un popolo misterioso, incomprensibile, sanguinario e superstizioso, “ossessionato dal tempo”, incapace di praticare l’agricoltura (cosa ci faceva dunque con un dio del mais?) e la metallurgia (e allora i teschi di cristallo, gli specchi di ossidiana, come furono realizzati?), che non conosceva la ruota (né disponeva, d’altra parte, di animali da traino…), diventa la civiltà dei maestri dell’armonia cosmica e del viaggio nel tempo, dei divinatori celesti, che effettuarono le calibrazioni armoniche di questo pianeta con una precisione assoluta, che ancor oggi ci lascia sbalorditi. Maya è dappertutto: è la madre del Buddha, è la più luminosa delle Pleiadi (da cui prese il nome la dea greca della primavera e, in seguito, il mese di Maggio), in tutto l’Oriente è il velo dell’illusione che ci separa dalla verità; nei Veda è il nome di “una tribù di grandi navigatori”, ed è la radice originaria della parola latina maiestas. Maya non è il nome di un popolo vissuto in determinate coordinate spazio-temporali (la Mesoamerica tra i secoli I e X). Maya è uno stato di consapevolezza, una condizione dell’essere, un flusso di coscienza galattica, una visione della realtà. Chi è in grado di collegarsi a questo stato di coscienza è Maya a prescindere dalle coordinate spazio-temporali in cui si trova – è un Maya galattico. Lo studio dei codici matematici della quarta dimensione (che è il tempo) trasmessici dai Maya storici raggiunge con Argüelles vette di straordinaria brillantezza, fino a farci assaporare la magia dei maestri dell’armonia, la matemagica che è alla base del viaggio nel tempo, la destrezza dei divinatori del calendario, e la ricchezza della visione che è alla base della loro cosmovisione, in cui “il tempo non è denaro, il Tempo è Arte”.

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