Il Comunismo in India
Via pacifica o guerra di popolo
Autore/i: Ram Mohan
Editore: Gabriele Mazzotta Editore
unica edizione, prefazione dell’autore, introduzione a cura di Angiras Shukla, traduzione dall’inglese di Maura Pizzorno.
pp. 316, 1 cartina b/n, Milano
La guerra di popolo di lunga durata ha dimostrato la sua validità come forma di lotta rivoluzionaria per sconfiggere l’imperialismo e i suoi alleati. La più lunga e articolata esperienza – vittoriosa – di guerra di popolo si ha in Asia. Dall’Indocina fino alla penisola arabica, pur con notevoli differenze fra un paese e l’altro, le forze rivoluzionarie sono impegnate in questa lotta da decenni.
L’India non poteva costituire un’eccezione, nonostante gli sforzi della «Santa Alleanza» anglo-russo-americana e la demagogia del governo reazionario di Indira Gandhi. Lo sviluppo della guerra di popolo in India provocherà un radicale mutamento nei rapporti di forza internazionali fra le forze del progresso e quelle della reazione, tale da favorire le lotte di tutti i popoli del mondo contro i nemici mortali dell’umanità: l’imperialismo nordamericano e i suoi alleati, e il socialimperialismo sovietico.
Mohan Ram traccia un quadro del drammatico contrasto all’interno del movimento comunista indiano fra via pacifica al socialismo e guerra di popolo, a partire dal 1946 fino ai nostri giorni.
Mette in evidenza il peso dell’Unione Sovietica e della Cina sulle posizioni dei comunisti indiani, e le scelte autonome di questi ultimi.
Uno studio che contribuisce a far luce su una drammatica realtà così profondamente mistificata dalla stampa reazionaria e da quella revisionista. Il comunismo in India e il primo volume di una serie sull’Asia che comprenderà testi sul Pakistan, sul movimento marxista-leninista indiano, sul Giappone ecc.
«I comunisti dell’Andhra Pradesh, che avevano scoperto un linguaggio rivoluzionario tipicamente indiano, erano alla ricerca di una base teorica che li legittimasse agli occhi del movimento comunista internazionale. Essi presero a modello per l’India la Nuova Democrazia di Mao Tse-tung e la rivoluzione cinese. Nella lotta del Telengana erano presenti tutti gli elementi di base che dovevano in seguito riassumersi nella strategia maoista – una rivoluzione in due fasi basata sulla chiara comprensione delle differenze esistenti fra di esse e le relative interrelazioni; “basi liberate a partire dalle quali le lotte contadine potessero essere guidate fino alla conquista dell’egemonia proletaria e al trionfo della rivoluzione democratica, e infine una stretta alleanza fra la classe operaia e le masse contadine in un fronte rivoluzionario comprendente anche la borghesia nazionale contro l’imperialismo. Nel periodo fra il 1946 e il 1951 la strategia maoista antifeudale e antimperialista, unita alla tattica maoista della guerriglia contadina, trovò applicazione pratica nel Telengana sotto la guida dei comunisti dell’Andhra. Questo breve periodo vede forse delinearsi il primo dibattito aperto, in un partito comunista., sulla legittimità degli insegnamenti di Mao Tse-tung nel quadro del marxismo-leninismo.»
Mohan Ram è nato nel 1933. Attualmente è corrispondente speciale da Delhi per il Mail di Madras. Prima di dedicarsi al giornalismo ha insegnato al Presidency College di Madras come Assistant Professor of Economics. Collabora a diverse riviste fra cui Shankar’s Weekly e Mainstream. È autore di un volume, Hindi Against India The Meaning of DMK, in cui affronta i problemi del regionalismo e de] separatismo attraverso uno studio linguistico. Nel 1971 ha pubblicato Maoism in India, sul movimento marxista-leninista.
Argomenti: Conflitti Militari, India, Potere Politico, Storia dei Popoli,