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Il Cibo e la Regola

Il Cibo e la Regola

“Mostra ad opera del Ministero per i Beni Culturali e Ambientali – Ufficio Centrale per i Beni Librai, le Istituzioni Culturali e l’Editoria”.

Autore/i: Autori vari

Editore: Biblioteca Casanatense・Tc Centro Tibaldi

premesse di Francesco Sicilia, Angela Adriana Cavarra, Alberto Manodori, introduzione alla mostra di Angela Adriana Cavarra, in copertina: Ghutalc tav. n. 15 della Sylvae Sacrae, incisione del XVII, copia della serie Sadeler (Biblioteca Casanatense Roma).

pp. 256, nn. illustrazioni b/n, Milano

Dalla introduzione di Alberto Manodori:

«La progettazione de Il cibo e la regola è stata condotta sulla traccia della storia del valore del digiuno e dell’astinenza da molti cibi, che costituivano per i cristiani dei secoli passati l’occasione di offrirsi a sincere penitenze, a separazione dai primi desideri del mondo, a momenti di perfezionamento spirituale.
Sull’esempio del ritiro di Mosè in preparazione alla ricezione delle Tavole della Legge sul Monte Sinai, Gesù Cristo si ritirò nell’isolamento del deserto e praticò il digiuno per quaranta giorni.
Questo gesto esistenziale e spirituale sarà poi imitato dagli eremiti che andarono a rinchiudersi in spelonche o sepolcri abbandonati in Egitto e in Palestina e ancora da S. Francesco di Assisi prima di ricevere miracolosamente le sante stimmate.
Il digiuno dei padri del deserto, le prime regole cenobite, tra cui primeggia quella di San Benedetto, fino alle istruzioni di una esistenza “devota” dei santi dell’età moderna, rivelano il rapporto dei cristiani con il cibo, con la volontà di evitare il peccato di gola, che ci porta a quello della lussuria, e in ultima analisi con l’esempio di Cristo e con lo spirito di imitazione di lui. Dalle radici della normativa ebraica a quella del calendario liturgico cristiano il passo non è poi così lungo.
Lo stesso pontefice Giovanni Paolo II ha ricordato ai cristiani il valore del digiuno in occasione della Quaresima del 1996, quale possibilità di abbandono dei modelli consumistici e di maggior introspezione e colloquio con se stessi.
Il tema dell’alimentazione religiosa quindi con le sue regole, le sue norme e le sue consuetudini rappresenta per noi tanto l’occasione di una nuova ricerca scientifica quanto un momento di approfondimento della nostra fede nella quotidianità delle sue espressioni comportamentali.»

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