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Il Caso di Freud – Biografia Scritta dal Suo Medico

Il Caso di Freud – Biografia Scritta dal Suo Medico

Titolo originale: «Freud: Living and Dying»

Autore/i: Schur Max

Editore: Bollati Boringhieri Editore

edizione italiana a cura di Armando Guglielmi, prefazione di Helen Schur, introduzione dell’autore, in copertina: Sguardo di Ahriman (1920, particolare), Paul Klee, Parigi, Collezione Mme Simone Collinet (già collezione André Breton).

pp. 474, Torino

Il libro ha tre personaggi: un medico, una malattia, un paziente. Il medico-narratore è Max Schur. Per undici anni, dal 1928 al 1939, con fedele diligenza usa le armi del proprio sapere (esami istologici, radiografici, interventi chirurgici) per una battaglia di sopravvivenza. La malattia infatti è la figura stessa della morte nel nostro secolo: il cancro. Il paziente è Sigmund Freud. La figura goethiana del ”maestro, scienziato e pater familias”, del grande moralista che riflette sui destini dell’uomo, ha un rovescio di dolore e di pena, forse di angoscia e di mortale lacerazione. Ma contro le aspettative non vi è posto per lacerazioni e angosce. La figura di Freud non ha cavità segrete, la malattia non lo snerva, il pensiero della morte – una presenza continua – non lo annichilisce.

Il medico, stupito, cerca di comprenderne la ragione. Deve intraprendere allora un viaggio a ritroso nella vita del suo eccezionale paziente, deve abbandonare ferri e medicine e far propri gli strumenti dell’analisi, diventare egli stesso analista del padre della psicoanalisi. Con la morte di Freud il medico ha perso la sua battaglia, ma l’analista prosegue la sua ricerca. Il grande interlocutore è assente, ma restano le sue carte, materiale biografico e teorico da esplorare, le preziose lettere a Fliess ancora inedite. E proprio qui Schur trova la risposta ai suoi interrogativi: la serenità consapevole di Freud di fronte al dolore ha un’origine lontana, la stessa della psicoanalisi e delle sue grandi categorie esplicative. È l’autoanalisi di Freud, un evento che fonda il nuovo sapere e dà insieme la chiarezza per guardare alla morte.

Max Schur (1897-1969) iniziò la sua professione di medico internista a Vienna, dove esercitò per quasi vent’anni, e dal 1928 divenne medico personale Freud. questo periodo scrisse una ventina di monografie sulla patologia degli organi interni. Nello stesso tempo, sotto lo stimolo delle lezioni di Freud (quelle raccolte nell’Introduzione alla psicoanalisi), che aveva seguito personalmente da studente, si risvegliò in lui un attivo interesse per la psicoanalisi. Nel 1932, dopo essersi sottoposto ad analisi divenne membro della Società psicoanalitica di Vienna. Dopo la morte di Freud, nel 1939, Schur si stabilì con la famiglia negli Stati Uniti. Divenne membro della Società psicoanalitica di New York e per diversi anni esercitò contemporaneamente sia come medico generico sia come psicoanalista. Data la sua formazione era del tutto naturale che Schur si impegnasse in problemi di medicina psicosomatica e che ne facesse l’argomento di numerosi scritti; trattò anche ampiamente i problemi concernenti la teoria della struttura psichica. Tra le sue ricerche in questo campo è stato particolarmente apprezzato The Id and the Regulatory Principles of Mental Functioning (1966). Max Schur dedicò molti anni alla preparazione del presente libro e ne completò la stesura poco prima di morire.

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