Il Cammino Immortale – La Strada per Santiago • Compostela Mio Malgrado
«Quando sono partito per Santiago non cercavo niente, e l’ho trovato». (Jean-Christophe Rufin)
Autore/i: Rufin Jean-Christophe
Editore: Ponte alle Grazie
traduzione di Francesco Bruno, titolo originale: «Immortelle Randonnée. Compostelle Malgré Moi».
pp. 208, Milano
Il Cammino è un’alchimia del tempo sull’anima. È un processo che non può essere immediato e nemmeno veloce. Il pellegrino che assomma le giornate a piedi lo sperimenta.
Al di là dell’orgoglio un po’ puerile che può provare per aver compiuto uno sforzo notevole rispetto a coloro che si accontentano di camminare otto giorni, egli percepisce una verità più umile e più profonda: non basta una breve marcia per venire a capo delle proprie abitudini.
Essa non trasforma radicalmente la persona. La pietra resta rozza perché, per foggiarla, occorre uno sforzo maggiore, occorrono più freddo e più fango, più fame e meno riposo.
Con oltre un milione di visitatori dal 2005 ad oggi, Santiago di Compostela è senza ombra di dubbio una delle mete di pellegrinaggio più gettonate dei nostri tempi. Tra viandanti, mistici, coppiette in scarpe da ginnastica e turisti seduti sui sedili di comodi pullman, il medico e autore di best seller Jean-Christophe Rufin affronta il suo personale “apprendistato del vuoto”. Ottocento chilometri da Hendaye, all’estremo sud-ovest della Francia, fino alla maestosa Cattedrale di San Giacomo. Tra dettagli concreti, riflessioni storiche e religiose e il desiderio di smascherare gli impostori degli ultimi chilometri, l’autore restituisce al Cammino per antonomasia la sua verità. Si tratta di una verità fatta di organizzazione capillare ed esasperante improvvisazione; di fango, case sbilenche e meravigliose coste battute dalle onde; di pellegrini solitari ingabbiati in una lunga sequenza di mode e tic alla ricerca di se stessi. È un percorso che può cominciare ovunque, e finire nella piazza dell’Obradoiro o tra le pagine di un libro. Perché anche se la caratteristica del Cammino è far dimenticare in fretta le ragioni per cui si è partiti, la strada continua ad agire su chi l’ha percorsa. Un’”alchimia dell’anima” che non necessita di spiegazioni. Basta partire, lungo i sentieri o sulla carta poco importa. Come Rufin ben sa, il Cammino immortale è fatto per chi va alla ricerca di niente. Tranne la voglia di continuare ad andare.
Camminare in compagnia del Pellegrino Rufin da Hendaye a Compostela è un incanto. Non un secondo di noia lungo gli 800 chilometri e le 200 pagine, in cui assistiamo alla metamorfosi da scrittore-ambasciatore in pellegrino celeste. (L’Express)
L’itinerario è soprattutto umano.
La dimensione spirituale e religiosa esiste, sia chiaro, ma quella pratica prende il sopravvento: quando e dove mangiare, dove trovare dell’acqua, come curare le vesciche, come riuscire a dormire. Si fa il Cammino per pensare, e ne si esce completamente vuoti. L’autore lo riassume in una bella formula: “Il Cammino è un’iniziazione fatta attraverso il corpo”. (Le Figaro)
Un formidabile divertissement filosofico. (Le Nouvel Observateur)
Jean-Christophe Rufin, medico e scrittore, premio Goncourt nel 2001, membro dell’Académie française e vincitore del Premio Nomad’s. È stato ambasciatore in Senegal dal 2007 al 2010. I suoi romanzi sono tradotti in tutto il mondo.
Argomenti: Luoghi Sacri Magici Misteriosi, Ricerca Interiore, Spagna, Viaggio,