I Super Ricchi
Una nuova categoria sociale nell’analisi dell’autore de «I Persuasori Occulti»
Autore/i: Packard Vance
Editore: Bompiani
traduzione di Andrea D’Anna, titolo originale: The Ultra Rich.
pp. 368, Milano
Che significa essere multicentomilionari, miliardari, o multimiliardari, in dollari? Come ci si sente? Come si gestisce la propria vita? Come si maneggiano i propri soldi? Che cosa si fa per gli altri?
E che significa una tale accumulazione di ricchezza nelle mani di un ristretto numero di privati per una nazione in generale, per la sua vita economica? Che succede quando più di un terzo della ricchezza di un paese è monopolizzato dall’uno per cento della popolazione? È un fatto moralmente e razionalmente giustificabile? È ammissibile in una società autenticamente democratica?
Vance Packard rivolge la sua attenzione a coloro che hanno beneficiato di strategie persuasive e arrampicatorie arricchendosi a dismisura. Per la sua indagine, oltre ad attingere a una vasta esperienza e a un’approfondita ricerca, si è documentato recandosi da un capo all’altro degli Stati Uniti a intervistare una trentina di uomini e donne che si collocano nella categoria dei superricchi, cioè delle persone scandalosamente ricche. Capitale medio: 330 milioni di dollari.
Il quadro che ne emerge è per molti versi stupefacente. Per esempio, se l’entità della ricchezza di questi nababbi da il capogiro all’uomo comune, neppure loro stessi riescono ad afferrarla psicologicamente. Anche per loro il troppo è troppo. Nell’impossibilità materiale di spendere una parte apprezzabile del loro capitale in un ulteriore soddisfacimento di bisogni o desideri, la maggior parte si accontenta di un treno di vita ben al di sotto dei loro mezzi, in certi casi decisamente modesto. La loro principale soddisfazione consiste nel processo dell’accumulazione in sé, nell’acquisizione del prestigio e del potere, spesso con sistemi discutibili o disonesti, e nell’architettare inghippi per aggirare il fisco. Gli intrighi, le faide familiari, I colpi di mano, le rivolte di palazzo scatenate dall’avidità fine a se stessa di alcuni di questi magnati fanno apparire edulcorate le vicende televisive di Dallas.
La rassegna dei superricchi si chiude con un colloquio con un imprenditore che dimostra il proprio senso di responsabilità sociale invocando drastici interventi che ridimensionino le concentrazioni di capitale. Packard propone, oltre all’instaurazione di una tassa patrimoniale, una misura radicale come l’imposizione di un “tetto” alla ricchezza individuale, oltre il quale il capitale in eccesso debba essere speso per la comunità.
Le conclusioni di Packard si estendono dall’American way of life all’intera società occidentale e suggeriscono soluzioni valide anche per la realtà di casa nostra, per i nostri problemi nazionali di concentrazione di ricchezza e di potere.
Argomenti: Società Moderna,