I Sūfī e i Medievali Peccati
ovvero il Kitāb bayān zalal-al-fuqurā’ wa ādābihim di Abu ’Abd ar-Raḥmān Muḥammad ibn al-Ḥusayn ibn Muḥammad ibn Mūsā as-Sulamī al-Azdī an-Nīšābūrī (365/976-412/1021)
Autore/i: Sulami
Editore: Keltia Editrice
prima edizione, traduzione e cura di Giancarlo Rizzo, prefazione di Silvio Canavese.
pp. 176, Aosta
Zalal al-fuqarā’, titolo originale di “I ṣūfī e i Medievali Peccati” è la risposta a una visione imperfetta della creazione attraverso una condotta corretta delle attitudini intime, un gioco di equilibri tra ciò che appare e ciò che resta celato perché rivolto solo a Dio.
Il povero (il ṣūfī) si riconosce solo attraverso i suoi gradi e stazioni spirituali. Unico in grado di riconoscere un povero per i suoi caratteri distintivi è un altro povero che ha il suo stesso livello spirituale.
Abū ’Alī al-Ğūzğānī ha detto: Tra i frutti elevati di coloro che accolgono la povertà vi è la ricerca delle malattie dell’anima e i loro rimedi, la cura del cuore, ogni cosa che entra in esso attraverso i nomi divini. E benedetto colui che le accetta di buon grado nel cuore. È maledetto colui che non li comprende, che cerca il piacere, che è deluso dai segni divini, dimentica la grazia concessa da Dio, diviene orgoglioso, arrogante e attacca gli altri.”
Argomenti: Anima, Ricerca Interiore, Spiritualità,