I Solitari
Mille e un modo per ingannare il tempo e divertirsi da soli con le carte
Autore/i: Juma Bertil
Editore: Casa Editrice Meb
premessa dell’autore.
pp. 148, Padova
Le radici storiche dei giochi di Solitario con le carte sono molto remote. Di certo possono farsi risalire agli Egizi, anche se qualcuno le considera ancora più antiche. Nato come felice combinazione fra svago fine a se stesso e strumento divinatorio, il Solitario, nel corso delle epoche, è andato incontro ad alti e bassi a dir poco clamorosi: in auge nell’antichità, del tutto reietto nell’Evo Medio, ancora acclamato nell’età napoleonica, poi dimenticato, oggi nuovamente seguito.
La sua attuale fortuna, in un mondo caotico come l’odierno pieno di attrattive e divertimenti di gruppo, parrebbe un controsenso, ma in realtà ha una sua chiara ragion d’essere: certo, sono mutate le condizioni dell’individuo nella società, ma l’uomo solo è rimasto, come è rimasta la solitudine.
Gioco e divinazione al tempo stesso, dunque, fanno di un Solitario un’esperienza singolare: da un lato un mezzo per “ricaricarsi” divertendosi dopo le fatiche di una giornata o per ingannare il tempo; dall’altro uno strumento oracolare che consente spesso – sulla scorta di motivazioni psicologiche emergenti – di gettare una sonda esplorativa nell’inconscio, anche il più profondo, di ognuno di noi.