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I Percorsi della Cabbalà

I Percorsi della Cabbalà

Conversazioni sulla tradizione mistica ebraica

Autore/i: Idel Moshe; Malka Victor

Editore: Edizioni Appunti di Viaggio e La Parola

introduzione di Marco Morselli, traduzione dal francese di Daniele Capuano.

pp. 294-k, Roma

Il cabbalista è convinto che, quando si purificano le lettere, si procede al contempo alla purificazione dell’anima. Poiché la Torah è infinita, bisogna rompere lo stampo di ciò che è già noto per costituirne un altro, ed acquisire in tal modo una conoscenza nuova. Dunque con le lettere di un testo se ne forgia un altro. Questo fa si che il cabbalista non legga in un testo ciò che vi possono leggere tutti. Il Cabbalista non è prigioniero di un, testo. Ha la piena libertà di ricomporlo in altro modo per arrivare a un altro significato.
L’assioma fondamentale dei cabbalisti è che il testo attraversa un processo di continuo mutamento, che è un segno della sua infinità e della sua divinità. Per questo il Baal Shem Tov diceva che il libro dello Zohar ha ogni giorno, senza eccezioni, un significato diverso.

Moshe Idel, nato in Romania nel 1947, emigrato in Israele nel 1963, ha conseguito il dottorato alla Hebrew University of Jerusalem con una tesi su Avraham Abulafia, il massimo rappresentante della “cabbalà estatica”. Attualmente è professore del Dipartimento di Pensiero ebraico alla Hebrew University of Jerusalem e Senior Researcher allo Shalom Hartman Institute di Gerusalemme. Successore critico e originale di Gershbm Scholem, è il più grande studioso vivente di cabbalà.

Victor Malka, discendente di una stirpe di rabbini marocchini, emigrato in Francia con la famiglia dopo la Guerra dei Sei Giorni (che ha segnato la fine di una lunga e feconda convivenza ebraico-musulmana in Marocco), e scrittore e giornalista, ma soprattutto uomo dell’ascolto e del dialogo.

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