I Medici Nazisti
Lo sterminio sotto l’egida della medicina e la psicologia del genocidio
Autore/i: Lifton Robert Jay
Editore: Rizzoli
prima edizione, premessa dell’autore, traduzione di Libero Sosio.
pp. 736, Milano
A distanza di quasi mezzo secolo dalla fine della seconda guerra mondiale e dalla liberazione di Auschwitz, è ancora molto difficile farsi un’idea di che cosa sia stata l’esperienza del campo di sterminio per i milioni di persone che vi hanno perduto la vita e per i pochi che sono sopravvissuti. Auschwitz anus mundi: un incubo che, anche in un’epoca di orrori come la nostra, si pone come un problema ancora insoluto – e che non sarà mai risolto compiutamente -, anche se sono Ormai molte le opere che hanno testimoniato sulla vita quotidiana in quell’universo disumano o che hanno indagato sulle sue radici storiche e sociologiche.
Questo libro si propone di investigare un aspetto particolare dell’Olocausto: il contributo dato ad esso dai medici nazisti. Lo sterminio fu in effetti, gestito in gran parte da medici: erano i medici a compiere la prima «selezione per le camere a gas» quando i vagoni piombati scaricavano sulla banchina della stazione di Auschwitz-Birkenau folle di persone strappate da pochi giorni alle loro case; erano i medici a eseguire le successive selezioni all’ospedale del Lager, quando si trattava di avviare alla morte coloro che non erano più in grado di lavorare per il Reich. Ma già prima erano stati i medici a prestarsi ai programmi di sterilizzazione e di «eutanasia» del regime hitleriano; e furono successivamente i medici a utilizzare quel «materiale umano», comunque già condannato a morire, per numerosi disumani esperimenti medici.
Come hanno potuto dei medici, ossia degli uomini impegnati per la loro professione ad aiutare i loro simili, ad alleviarne le sofferenze, trasformarsi in freddi aguzzini e carnefici? Robert J. Lifton si è proposto di rispondere a questa domanda esaminando sia le cause storiche dell’eccidio – le teorie biologico-razziali che fornirono una base «scientifica» all’antisemitismo diffuso da sempre in Germania, e raccolto dal partito nazional-socialista come uno dei punti principali della «battaglia» di Hitler per la rigenerazione della Germania dopo la. sconfitta e l’umiliazione della prima guerra mondiale – sia i ritratti psicologici di alcuni fra i principali aguzzini. Impressionante il dottor Auschwitz: Josef Mengele.
Attorno a questi temi è venuta però articolandosi una delle più organiche descrizioni della realtà del campo di sterminio nei suoi vari aspetti: una realtà che la Germania ha in gran parte rimosso, ma che rimane uno dei problemi più inquietanti del nostro tempo.
I meccanismi psicologici che hanno potuto trasformare un così gran numero di persone da individui normali in spietati criminali di guerra si rivelano piuttosto diffusi e generali: meccanismi che hanno operato, e continuano a operare, in una grande varietà di situazioni storiche, dalla guerra del Vietnam ai conflitti contemporanei.
Lo studio, consegnatoci da Lifton in questo volume, delle condizioni psicologiche che rendono possibile l’insensibilità verso i propri simili e il genocidio – rivelandoci che la realtà di Auschwitz continua a esistere, sotto diverso nome, in mezzo a noi – non è solo un contributo fondamentale alla conoscenza del genocidio nazista, analizzato particolarmente attraverso la storia del suo campo di sterminio più famigerato, ma è anche un aiuto importante a una presa di coscienza più approfondita di una delle degenerazioni più nefaste dei normali meccanismi psicologici, e quindi anche al conseguimento di una dimensione umana più vera.
Olocausto: quale fu il contributo dei medici nazisti? Lo sterminio fu in effetti gestito in gran parte da medici: erano i medici a compiere la prima «selezione per le camere a gas» quando i vagoni piombati scaricavano sulla banchina della stazione di Auschwitz-Birkenau folle di persone strappate da pochi giorni alle loro case; erano i medici a seguire le successive selezioni all’ospedale del Lager, quando si trattava di avviare alla morte coloro che non erano più in grado di lavorare per il Reich. Ma già prima erano stati i medici a prestarsi ai programmi di sterilizzazione e di «eutanasia» del regime hitleriano; e furono successivamente i medici a utilizzare quel «materiale umano», comunque già condannato a morire, per numerosi disumani esperimenti medici.
Come, hanno potuto dei medici, ossia degli uomini impegnati per la loro professione ad aiutare i loro simili ad alleviarne le sofferenze, trasformarsi in freddi aguzzini e carnefici?
Robert Jay Lifton, professore di psichiatria e psicologia al John Jay College e al Graduate Center della City University di New York, è autore di numerosi libri su argomenti di psicologia e di psicostoria, fra cui Death in Life (1968), Home from the War (1973), The Life of the Self(1976), The Broken Connection (1979) e, assieme a Richard Falk, Indefensible Weapons (1982).