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I Mangiatori di Civette

I Mangiatori di Civette

I Magnasoéte – Seguito da «Supermarket Provinciale»

Autore/i: Scapin Virgilio

Editore: Neri Pozza Editore

Introduzione di Fernando Bandini, in appendice: Glossario del dialetto della zona di Breganze

pp. 140, Vicenza

I Mangiatori di Civette
Il paesaggio di questi racconti di Scapin non è certo quello che si usa dire un paesaggio «tòpico». È quello riconoscibilissimo di un’area appartata del vicentino, con la dolce scalata dei verdi di alberi e campi che si dispongono sulla collina, in un’aria sgombra e chiara che raccoglie correnti in arrivo dall’altopiano. È lo sfondo appena accennato ma non per questo meno visibile in cui lo scrittore colloca, quasi per successive monografie o variazioni sul tema, la vicenda di Firmino, contadino piccolo proprietario. La figura di Firmino è tratteggiata da Scapin con profonda cordialità e simpatia, non senza episodi di ,compiaciuta identificazione (quello che nel linguaggio tradizionale dei critici si dice «calarsi nel proprio personaggio»).
In questo ambiente arioso e terragno, che costituisce l’orizzonte unico della sua vita, Firmino affonda radici tenacissime e affronta la dura serie delle opere e dei giorni. Ma è già l’esemplare di una razza in estinzione e grandeggia nello sfondo dei suoi miti con frequenti evasioni dalla quotidianità verso zone di ruzzantesco «super-umano». Sospeso tra passato e presente, miracolosamente indenne alle trasformazioni socio-culturali degli ultimi anni (anche se guida l’auto e il trattore e a casa sua c’è il televisore), egli si trascina dietro una visione ancestrale del mondo fruita ormai unicamente come ritualità, con qualche minimissima crepa di consapevolezza e ironia. (F. B.)

Supermarket Provinciale
Salumiere e sottaniere rinomato, campione di acrobatici volteggi tra prosciutti da disossare e clienti da servire, il pirotecnico A. Scanagatta si lascia tentare dal Faust del commercio moderno e trasforma la sua premiata ditta a conduzione familiare in un Supermarket provinciale a gestione societaria. I carrelli che invadono l’antica drogheria sono spinti da ferree logiche di vendita, politiche di prodotto, campagne pubblicitarie, gadget a profusione. E le strategie escogitate dai «pierre» sostituiscono il baciamano alle signore, spontaneo quanto sorpassato omaggio d’uno Scanagatta sempre più smarrito ma teso, forse, a un residuo scatto di ribellione all’inarrestabile avanzata del demone consumistico all’ingrosso.
Abrasivo divertimento, Supermarket provinciale proprio oggi vede confermato il suo valore di ammiccante e maliziosa profezia.
Nell’Italia del 1969, epoca della prima pubblicazione del racconto, la parola «marketing» apparteneva davvero a un vocabolario straniero. Forse che l’unica «rivoluzione culturale» avvenuta in quegli anni è stata quella della spesa? (A. S.)

Virgilio Scapin (Vicenza 1932-2006) ha pubblicato con Longanesi Il chierico provvisorio e La giostra degli arcangeli; con Neri Pozza Il bastone a calice, Premio Selezione Campiello 1995, I mangiatori di civette. I magnasoéte e, nel 1998, Una maschia gioventù.

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Argomenti: Letteratura, Racconti,

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