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I Giorni di Gladio – Come Morì la Prima Repubblica

I Giorni di Gladio – Come Morì la Prima Repubblica

Autore/i: Bellu Giovanni Maria; D’Avanzo Giuseppe

Editore: Sperling & Kupfer Editori

unica edizione, premessa degli autori.

pp. 290, Milano

«L’Italia, unico Paese al mondo, ha una commissione parlamentare incaricata di indagare sulle stragi, di scoprire le verità chiuse nella cassaforte dei misteri nazionali. Un giorno, sul tavolo del presidente di questa commissione, il senatore Libero Gualtieri, appare una ‘chiave’ che si chiama ‘operazione Gladio’. Ha l’aspetto di un documento scritto dal presidente del Consiglio Andreotti ed è una strana chiave: non apre nessuna porta in particolare, ma forse, raddrizzata da un fabbro, ripulita dalla ruggine, potrebbe aprirle tutte.»

Come può accadere che un anziano e distinto signore di sessantasette anni con l’aria compassata di un notaio di provincia, ex partigiano, si spaventi fino a svenire alla lettura di un documento del governo? Quale terribile verità Libero Gualtieri, senatore repubblicano, presidente della commissione Stragi, scorge quella mattina nel suo ufficio di San Macuto tra i dodici fogli che recano in fondo la firma di Giulio Andreotti? È il 18 ottobre 1990: resistenza di una struttura paramilitare, clandestina e segreta diventa finalmente ufficiale.
Questa è la storia di un fantasma di nome Gladio che, dopo essersi aggirato per trentotto anni nei sotterranei della Repubblica, ha cominciato a visitare il Palazzo. A mostrare a tutti il suo profilo. A ricordare a chi aveva dimenticato (o voleva dimenticare) che la storia d’Italia è storia di stragi, di veleni, di delitti misteriosi.
C’è un unico assassino? Quell’assassino si chiama Gladio? Una domanda che diventa presto un incubo per un intero Paese e per il suo Presidente. Un doppio incubo che contrappone l’orrore di chi intravede, nascosto dietro Gladio, il Burattinaio di eccidi e terrorismi, all’angoscia di chi, conoscendo di Gladio la vita, l’armi, gli onori e avendone sottoscritto la legittimità, teme di essere travolto dalla sua rivelazione. È il lungo, doppio incubo che scuote la Repubblica. Con il Presidente e il senatore, ne sono protagonisti spie con molte facce e molti padroni. Generali con la memoria corta. Giudici ostinati. Immarcescibili piduisti. Galantuomini veri e improbabili. Patrioti autentici e presunti. Un furbissimo Mandarino del Potere. In una feroce partita che scuote dalle fondamenta la Prima Repubblica, ne mette in discussione le regole, ne mostra l’età, le debolezze, le colpe.

Giovanni Maria Bellu è nato a Cagliari nel 1958. Ha collaborato al quotidiano La Nuova Sardegna per il quale si è occupato dei rapporti fra criminalità tradizionale sarda e terrorismo. Vive e lavora a Roma, dove è redattore di politica interna a Repubblica. Segue l’attività della commissione parlamentare Stragi.

Giuseppe D’Avanzo è nato a Napoli nel 1954. Ha lavorato a Paese Sera dove ha seguito soprattutto i problemi della camorra e del terrorismo. Attualmente vive a Roma, dove è inviato di Repubblica. Si occupa dei problemi della mafia, della politica giudiziaria e dei rapporti tra criminalità organizzata e politica.

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