I Figli del Sole
Monumenti titanici • Impronte di razze sconosciute • Incisioni rupestri sbalorditive • Segni inconfondibili di una grande cultura perduta • Tracce dei superstiti della catastrofe cosmica che distrusse Atlantide
Autore/i: Homet Marcel F.
Editore: Casa Editrice Meb
unica edizione, prefazione di Peter Kolosimo, traduzione di C. Kolosimo e Dr. M. Moselli.
pp. 264, numerose tavole in bianco e nero f.t., ill. b/n, Torino
Marcel Homet penetrando in una zona amazzonica in cui nessun bianco aveva mai posto piede da che esistono le civiltà che conosciamo ha compiuto scoperte tanto senzazionali da condurre al crollo o al ridimensionamento di parecchie teorie imposte dalla scienza tradizionale.
Si può ben affermare che Homet ha portato alla luce un lembo della leggendaria Atlantide, e questo libro, già tradotto in sette lingue, ora presentato in Italia, ne è l’affascinante testimonianza.
Il grande esploratore e studioso non si accontenta di presentare le sue scoperte: con un accurato lavoro di comparazione tratteggia i legami esistenti in tempi senza data fra terre lontanissime luna dall’altra, fra genti che, stando agli inamovibili pontefici del sapere, non avrebbero dovuto avere nulla in comune.
Egli ci parla delle migrazioni dei superstiti della catastrofe cosmica che portò alla sommersione di Atlantide, suffragando le sue tesi con dati precisi circa le caratteristiche delle varie razze, gli antichi sistemi di sepoltura propri a popoli sparsi in tutto il globo, la diffusione della piramide, questo segno che si leva come un suggello imponente sui misteri d’innumerevoli civiltà perdute.
Marcel F. Homet, nato nel 1897 in Francia, a Rochefort-sur-Mer, il professor Homet, prima docente di lingue arabe classiche all’università di Algeri, poi archeologo, paleontologo, antropologo ed etnologo, trascorse 15 anni in Marocco, Tunisia, Egitto, Siria, Libano, Palestina e Turchia, effettuando ricerche importantissime sulla cultura e gli idiomi di quelle popolazioni mediterranee.
Nel Congo ex francese studiò per primo l’origine, gli usi e i costumi dei pigmei Babinga; nel Sahara rinvenne graffiti preistorici che avrebbero poi schiuso la via ad ulteriori, decisive indagini scientifiche.
Viaggiò attraverso gli Stati Uniti, Haiti e il Venezuela, fino a giungere, nel 1940 (per incarico della facoltà di antropologia dell’università di Parigi), in Brasile, penetrando in territori del gigantesco bacino del Rio delle Amazzoni in precedenza mai esplorati.
Attualmente risiede a Stoccarda e, dopo aver edito ben 17 volumi sulle sue interessanti, spesso sbalorditive esperienze, dà alle stampe «Ein Mann kämpft gegen Schatten» («Un uomo combatte contro le ombre»), un coraggioso atto d’accusa contro la sistematica, orripilante campagna di sterminio degli indios condotta in Brasile e in Venezuela.
«Opporsi e combattere», è il suo motto, attinto da Vercors, «opporsi senza compromessi sino alla fine». Ed è un motto a cui egli ha tenuto e tiene fede sia in campo scientifico che in campo umano.
Argomenti: Libri vari,