I Cartaginesi al Tempo di Annibale
Autore/i: Charles-Picard Gilbert; Charles-Picard Colette
Editore: Il Saggiatore
prima edizione, premessa e introduzione dell’autore, traduzione di Mario Andreose.
pp. 342, 21 fotografie b/n, 2 carte geografiche b/n, Milano
Flaubert cominciò a scrivere il romanzo ambientato nell’antica Cartagine, che ricevette nella sua ultima stesura il nome di Salammbô, in un moto di entusiasmo suscitato dalla lettura di un brano di Michelet sulla «guerra dei mercenari». Ma la sua eloquenza romantica, pur così splendida, mascherava la povertà del materiale allora disponibile per creare uno scenario il più possibile simile a ciò che Cartagine in realtà era stata. Flaubert cercò di indagare, ma trovò un vuoto tale che ne fu scoraggiato.
Oggi le cose sono cambiate, anche se la tradizione scritta non s’è arricchita di alcuna scoperta importante, né si può ormai più sperare che il suolo tunisino possa dare un’emozione futura. Illuminata soltanto dalla testimonianza di stranieri, la civiltà cartaginese rimarrà sempre in una specie di «terra di nessuno», in un campo arido e spoglio dove molti ritengono inutile avventurarsi. Eppure, con tenacia e amore, generazioni di archeologi si sono curvati sulle rovine di Cartagine cercando una conferma ai testi greci e latini, interrogando il passato delle genti indigene, studiando le sopravvivenze degli uomini delle montagne e del deserto, per carpire, là dove c’era una debole traccia, il segno del passaggio e dell’opera dei «Fenici d’Occidente». Grandi navigatori, mercanti audaci, conoscitori impareggiabili di ogni rada e porto del Mediterraneo, se non brillarono per lo splendore delle arti, diedero tuttavia prova di tenacia, di valore, di amor patrio, di estremo attaccamento ai propri ideali. Alcune figure della storia narrata in questo volume sono tra le maggiori dell’antichità, come quelle di Annone il Navigatore che, oltrepassate le colonne d’Ercole, giunse nell’Africa centrale; altre, come quelle ben note di Amilcare o di Annibale, prendono qui un sapore particolare, in quanto viste nell’ambito dell’attività quotidiana: a Cartagine, infatti, durante la dinastia dei Barcidi agiva, oltre ai punici, siriani, tirii, egiziani, greci, siciliani, italici, numidi, negri, berberi, tutta un’umanità che, a un certo punto, cercò in Cartagine una nuova patria, da sostituire alla propria su cui stavano per alzarsi ormai le insegne di Roma.
Gilbert Charles-Picard, autore del presente volume insieme alla moglie Colette, è nato nel 1913 a Nordillac, ha trascorso parte dell’infanzia in Grecia (il padre è stato uno dei massimi archeologi francesi), ha compiuto i suoi studi a Parigi: quelli liceali all’Henri IV, vivaio di tanta intellettualità francese; quelli universitari alla Sorbona dove si è laureato in lettere. Nel 1938 era « aggregato » di storia, nel 1939 membro della Scuola francese di Roma. Dal 1942 al 1953 ha diretto la Soprintendenza delle Antichità della Tunisia. Dal 1955 insegna Storia Romana all’Università di Strasburgo.
Argomenti: Antiche Civiltà, Cartagine, Storia, Storia dei Popoli,