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I Briganti

I Briganti

Antico romanzo cinese

Autore/i: Anonimo

Editore: Giulio Einaudi Editore

prima edizione, introduzione e cura di Franz Kuhn, prefazione di Martin Benedikter, illustrazioni a cura di Giulio Bollati, traduzione di Clara Bovero.

pp. pp. XXVI-704, 14 illustrazioni a colori fuori testo con la riproduzione di stampe popolari cinesi, tela bianca e dorso nero, decorazione sul dorso e sul piatto anteriore, acetato, cofanetto illustrato, scheda bibliografica, Torino

Dopo la «rivelazione» del Chin P’ing Mei, che tanto successo ebbe lo scorso anno, le edizioni Einaudi presentano ora al lettore italiano un altro dei quattro romanzi classici dell’antica Cina. Non si tratta più, questa volta, di un «ciclo galante» ma di un’avventurosa epopea di cui è protagonista una specialissima, festosa banda di briganti; invincibili in campo aperto, diabolicamente astuti nella guerriglia, temerari nel pericolo, spietati nella vendetta questi 108 masnadieri non sono soltanto uomini d’arme e di rapina. Cavalieri d’un semplice e generoso ideale essi accorrono fulminei là dove l’ingiustizia opprime i deboli e gli inermi, o ovunque ci sia da far roteare la spada contro la corruzione che avvelena la vita pubblica; sempre disposti, d’altra parte, tra una battaglia e l’altra (e alcune, come quella nella palude, sono capolavori di furberia militare) a concedersi solennissime sbronze in compagnia di spiritosi bricconi. Ai funzionari del Celeste Impero sorpresi a leggere questo libro le autorità del tempo sospendevano lo stipendio per molti mesi; e questo accanimento della censura contro il Shui-hu-chuan indica meglio di ogni lungo discorso critico la sua straordinaria vitalità polemica.
Fiumana tumultuosa e colorita di forze elementari: le armi, l’amicizia, la libertà, la sfida baldanzosa ai colpi del destino, I briganti sono l’esempio più famoso di un genere di romanzo cinese che, tra l’eroico e il picaresco, si può avvicinare alla poesia di gesta fiorita nell’occidente feudale.
Il volume è illustrato con stampe popolari cinesi, vivacissime di colori e di movimenti, che ben rispecchiano, nella loro pirotecnica allegria, l’anima eroica e gradassa dei briganti della palude di Liang-shan.

Dall’introduzione di Franz Kuhn, “Il titolo e l’autore dei «Briganti»”:
“Il titolo originale del nostro romanzo è Shui-hu-chuan, che significa letteralmente Storia in riva all’acqua. Il perché del titolo appare chiaro dal contesto: l’azione principale si svolge in riva alle acque del Liang-shan po.
Autore del romanzo è considerato Shih Nai-An. Di lui sappiamo soltanto che visse nel secolo XIII e che era oriundo di Loyang, nella provincia del Honan; qualcos’altro possiamo indovinare dalla sua prefazione. Da questa pare che egli fosse uno scapolo facoltoso che, lontano dalla vita pubblica, abitava in un bel podere in riva a un fiume l’antica città imperiale di Loyang (oggi Honan fu) è sulla riva meridionale del fiume Lo – e, artefice di vita serena, si dedicava tutto alla poesia e agli amici. Quando nella sua prefazione egli rileva che nelle loro conversazioni non si parlava mai di politica, quest’accentuata captatio benevolentiae vuol dire al contrario che se ne parlava con gran calore e che le opinioni allora espresse si cristallizzarono nella mediazione artistica del romanzo storico Shui-hu-chuan, abbondantemente condito di sale e pepe politico. Dall’occasionale mescolanza di una materia prevalentemente realistica con elementi d’ingenua leggenda e di scolastica cabalistico astrologica si può desumere che ci siano stati diversi collaboratori. Probabilmente ognuno dei quindici commensali ha attinto dal sacco della propria scienza e Shih Nai-An ha elaborato quella vastissima materia dandole la forma definitiva.[…]”

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