Gli Uomini Leopardo
Autore/i: Joset Paul-Ernest
Editore: Il Saggiatore
prima edizione, introduzione dell’autore, traduzione di Roberto Bosi.
pp. 252, 25 fotografie b/n, Milano
C’è qualcosa nell’anima di alcune popolazioni africane che appartiene ancora e, forse, apparterrà sempre, a un passato che noi non conosciamo e che mai è stato chiaramente esplorato da sociologi, etnologi e storici. Qualcosa che a intervalli di tempo non tanto lunghi da offuscarne il ricordo riaffiora ed esplode, agghiacciando di terrore intere popolazioni inermi e facendo scorrere il sangue in molti villaggi. La sanguinosa guerriglia dei Mau Mau nel Kenya ha rivelato a tutto il mondo, in anni recenti, un cupo, ossessionante «abisso» della vita dell’Africa meno nota. Qualcosa era già trapelato, nell’ultimo trentennio; ma tutta una catena di eccidi e di atti terroristici era finora sfuggita alle cronache. Si trattava quasi sempre di imprese che facevano capo alla società segreta degli Uomini Leopardo o ad altre che analogamente prendono il nome da alcuni animali particolarmente operanti e temuti in determinati territori : Uomini Pantera, Uomini Leone, Uomini Caimano, Uomini Coccodrillo. Il nome dato a questi uomini, organizzati in vere bande a delinquere, nulla aggiunge alla selvaggia ferocia con cui furono compiuti centinaia e centinaia di crimini contro vittime inermi: anzi, solo la ragione umana poteva dirigere delle belve più feroci delle fiere della foresta a compiere imprese che pongono mandanti ed esecutori al più basso grado della criminalità. È difficile oggi concepire questi delitti come mossi da rivalità o liti territoriali o semplici desideri di vendetta: è difficile anche per l’Africano consapevole redimere il proprio popolo da tale vergogna. Eppure è qui, nel drammatico racconto di questo serrato e documentatissimo volume, che sorge alta la figura tragica e allucinante, a volte, dell’uomo della foresta e della savana, accerchiato dai pregiudizi e dal malcostume, dalle tradizioni terribili e dai riti cruenti: una figura che infine si libera dalla paura ancestrale per entrare nella Storia a fianco di tutti gli altri popoli.
Paul-Ernest Joset, nato ad Arlon nel 1909, appena laureatosi in scienze politiche all’Università Coloniale di Anversa (1932), fu nominato amministratore territoriale nel Congo Belga. L’entrata in carriera non lo allontanò dagli studi: egli prese ancora altre lauree, tra cui quella in lettere a Parigi. Frattanto, in Africa, era diventato capo-servizio della colonizzazione presso il governo di Léopoldville, poi amministratore capo del territorio del Ruanda-Urundi. Tra esperienze anche di lotta ebbe la possibilità di iniziare un’inchiesta sulle bande terroristiche degli Uomini Leopardo; per dargli modo di portarla a compimento il Ministero delle Colonie lo incaricò di una missione in Africa Centrale. Joset è membro di molte associazioni scientifiche internazionali, ha fondato il Centro di Studi Sociali del Congo Belga; le sue numerose pubblicazioni di argomento etnografico ed economico tengono d’occhio anche il dato tradizionale e letterario, oltre che i problemi attuali delle popolazioni indigene.
Argomenti: Africa, Antiche Civiltà, Antichi Costumi, Antropologia, Cultura Popolare, Etnologia, Storia, Storia dei Costumi, Storia dei Popoli, Tradizioni Popolari,