Gli Obelischi di Roma
Autore/i: Mercati Michele
Editore: Cappelli Editore
l’introduzione all’opera del Mercati è di Gianfranco Cantelli, che ha curato anche il testo, desunto dall’edizione romana del 1589, di cui la presente è l’unica ristampa.
pp. 336, numerose illustrazioni e tavole in bianco e nero fuori testo, Bologna
Nei cinque anni del pontificato di Sisto V (1585-1590) l’architetto Domenico Fontana ebbe la possibilità di intervenire profondamente sul tessuto urbanistico di Roma. Era stato incaricato dal Pontefice di ristrutturare la città in modo che anche dal punto di vista urbanistico e architettonico essa manifestasse quello che di fatto era, o almeno voleva essere: la sede di un grande stato temporale e nello stesso tempo il centro di un universale potere spirituale, non soltanto religioso, ma anche culturale, erede legittimo, a un tempo, sia della tradizione cristiana sia di tutta la tradizione civile ed artistica dell’umanità. In questo grandioso progetto di ristrutturazione urbanistica, occupa un ruolo di grande rilievo la restaurazione e l’erezione, sulle piazze principali della città, degli obelischi che, trasportati dall’Egitto a Roma ai tempi dell’impero romano, erano rimasti sepolti sotto le rovine e spezzati in più punti.
Oltre alle difficoltà tecniche dell’impresa e al fascino estetico degli obelischi, una motivazione culturale di fondo ne rivelava la centralità emblematica all’interno del complesso progetto fontaniano. Gli obelischi non erano semplici colonne o resti della civiltà greca o romana, ma testimoniavano l’esistenza di una civiltà assai più antica di quella grecoromana, e che, nella prospettiva storica degli uomini del Rinascimento, di quelle civiltà stava a fondamento, avendone profondamente informato la religione e, soprattutto, il pensiero filosofico e scientifico. Inoltre i geroglifici scolpiti sugli obelischi rappresentavano una sapienza enigmatica e indecifrabile, fonte – secondo voci autorevoli del periodo classico e rinascimentale – del pensiero pitagorico e platonico.
Non è difficile quindi immaginare la complessità e la vastità dell’argomento da trattare, e quindi la difficoltà dell’impresa, quando il pontefice affidò a Michele Mercati l’incarico di illustrare che cosa fossero stati e che cosa rappresentassero gli obelischi nella storia dell’umanità. Il Mercati, eminente scienziato e medico, ma anche uomo di vasta cultura umanistica e profondo conoscitore di letteratura e filosofia, riuscì perfettamente all’altezza dell’impresa, lasciandoci un trattato ampio e articolato, in cui meravigliosamente si fondono il rigore tecnico e la capacità di potenti sintesi culturali. La descrizione degli obelischi penetra a poco a poco nell’essenza dell’oggetto descritto fino a interrogarsi, l’autore, sul senso del geroglifico, del simbolo, del linguaggio.
Mentre con uno stile efficace e chiarissimo affronta il problema storico, tecnico e architettonico degli obelischi, l’autore svolge un’inchiesta sui segni misteriosi di una grande civiltà scomparsa, confronta i dati superstiti con i documenti che giungono dal continente americano appena scoperto, fino a entrare nel nucleo delle ipotesi sulla genesi del linguaggio e sul significato conoscitivo del mito. Un’opera di straordinario valore letterario e culturale ci riporta quindi nel fuoco di un grande momento storico, di un alto interrogarsi e di una forse irripetuta fedeltà alla conoscenza e alla scrittura.
Michele Mercati nacque nel 1541 a S. Miniato e morì a Roma nel 1593. Laureatosi in «filosofia e medicina» si recò poco più che ventenne a Roma, dove, durante la peste del 1566, si distinse per capacità e abnegazione. Per assecondare i suoi interessi verso la ricerca pura, il papa Pio V gli offrì la direzione dell’orto botanico vaticano. Da quel momento poté vivere a contatto diretto con l’ambiente culturale più vivo dell’Europa del XVI secolo.
Nel 1576 pubblicò L’Istruttione sopra lo peste. Aggiuntevi tre altre Istruttioni sopra i veleni occultamente ministrati, Podagra e Paralisi. Per incarico del papa Sisto V fece un lungo viaggio diplomatico in Polonia, durante il quale scrisse De gli obelischi di Roma. Rientrato in Italia si dedicò al completamento della Metallotheca, ma la morte lo colse prima che la descrizione delle pietre della sua raccolta fosse completa.
Argomenti: Architettura, Architetture Sacre, Luoghi Sacri Magici Misteriosi, Musei e Luoghi d'Arte, Roma, Storia di Roma Antica,