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Giubbe Rosse – Il Caffè Fiorentino dei Futuristi negli Anni Incendiari 1913-1915

Giubbe Rosse – Il Caffè Fiorentino dei Futuristi negli Anni Incendiari 1913-1915

Autore/i: Viviani Alberto

Editore: Vallecchi Editore

introduzione di Paolo Perrone Burali d’Arezzo, in sovraccoperta un’opera di Enrico Prampolini: “Sintesi futurista delle Giubbe Rosse” 1914/15.

pp. 242, nn. illustrazioni a colori e b/n, Firenze

A mezzo secolo dalla prima edizione 1933 – arricchito di molti documenti inediti e preziosi – torna il famoso volume di Alberto Viviani “Giubbe Rosse” conosciuto sul piano internazionale. Esso è l’affresco storico e poetico degli intrepidi tre anni che precedono la prima guerra mondiale. L’opera parte come spaccato di vita culturale fiorentina nella prospettiva europea e giunge a ricostruire un clima ed una generazione. Dopo la pubblicazione a Parigi del manifesto del Futurismo, Viviani si reca subito a Milano per conoscere Marinetti fondatore del nuovo movimento. E Marinetti lo presenta a Boccioni, Lucini, Buzzi, Carrà.
Palazzeschi e Viviani sono i primi del gruppo culturale toscano ad aderire al Futurismo. Papini e Soffici aprono poi la rivista “Lacerba” ai futuristi del gruppo lombardo. Ha inizio così una feconda vivace unione che conferisce alla cultura italiana un’impronta europea. Il centro degli incontri e delle discussioni è il Caffè “Giubbe Rosse” in Piazza della Repubblica a Firenze. Il Caffè, così chiamato dal colore delle giacche dei camerieri, esiste ancora oggi.

Alberto Viviani nasce a Firenze nel 1894, scompare nel 1970. Poeta d’avanguardia, scrittore, storico e critico letterario, Viviani insegna per molti anni lettere a Roma e a Venezia. Nella sua città svolge a lungo attività culturale e di consulenza presso il Conservatorio di musica e presso importanti case editrici. E’ autore di circa cento libri: dalla poesia alla narrativa alla storia antica e moderna.
Esponente del Futurismo dalla fondazione del movimento nel 1909, Viviani collabora alla rivoluzionaria rivista Lacerba di Papini, Soffici e Vallecchi fin dal primo anno (1913).
Nel 1933 con Giubbe Rosse e nel 1934 con Gianfalco (vita e opera di Papini) Viviani anticipa studi, ricordi e documentazioni degli anni più intensi del Futurismo. Seguono altre due opere fondamentali sull’argomento: Il poeta Marinetti e il Futurismo (1940) e Dal verso libero all’aeropoesia (1942).

Paolo Perrone Burali d’Arezzo scrittore, storico dell’arte ed operatore culturale, è nato nel 1941.
Allievo e biografo di Viviani, il Burali dirige a Firenze il Museo Alberto Viviani che è anche sede della Biblioteca e Centro Studi futuristi Marinetti-Papini-Viviani e dell’Archivio documenti del Novecento Picasso-Valery-De Unamuno.
A Milano dirige il Centro d’Arte Cultura e Costume con scambi internazionali, l’Archivio d’arte moderna Kandinsky-Mazzon e tre periodici illustrati: Cultura e Costume (che esce dal 1972), Politica e Cultura e Il Punto sulla Moda. Ha firmato su molti importanti quotidiani, tra cui Il Giornale, Avvenire, Il Mattino, Il Piccolo. Tra i riconoscimenti: Medaglia d’oro del Comune di Milano (1976) e Premio della Cultura Presidenza del Consiglio (Roma 1981).

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