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Giappone

Giappone

Istoria della Compagnia di Gesù

Autore/i: Bartoli Daniello

Editore: Spirali Edizioni

a cura di Nino Majellaro, prefazione di Guido Sommavilla (S. J.).

pp. 292, ill. b/n, Milano

Zipagu (Cipangu) è un’isola in levante, ch’è nell’alto mare mille cinquecento miglia. L’isola è molto grande, le genti sono bianche, di bella maniera e belle; e la gente è idola, e non ricevono signoria da neuno, se non da loro medesimi.
(Marco Polo)

Tre secoli dopo Marco Polo, è Daniello Bartoli a scrivere del Giappone. Non lo visitò mai, lo conobbe attraverso le lettere e i resoconti dei suoi confratelli missionari e dalla carta del Mercatore sulla quale ne seguiva i viaggi. Storico straordinario e scrittore raffinatissimo, nacque a Ferrara il 12 febbraio del 1608. Ancora adolescente entrò nella Compagnia di Gesù di cui divenne lo storico ufficiale. Scrisse la Istoria della Compagnia di Gesù in ventisette libri. Oltre che di storia scrisse di scienza, letteratura, morale e religione.
A parere di molti il più grande prosatore del Seicento, secondo alcuni migliore anche di Galilei; Leopardi lo chiama “Dante della prosa”. Così attraverso i resoconti di viaggio Bartoli descrive con estrema precisione di storico il Giappone medievale: le relazioni, gli scambi e i commerci, la politica, le guerre, l’amministrazione e la religione. Con quello stile che gli è particolare e che l’Anceschi definiva di una “radiosa letizia”.

Un estratto del libro:
«Da molti secoli addietro non v’è stata parte del mondo, che nè a più degno spettacolo, nè più da lungi, nè in atto di più contrarj affetti, abbia a sè tirati gli occhi del mondo, quanto l’Isole del Giappone. Elle (a dirne in prima il naturale) per lo gran circuito che navigandovi convien fare, col dar volta intorno all’Africa e alle costiere marine dell’Asia, sono lungi di qua diciotto, o, come i più sperti nocchieri le contano, dicennove mila e cinquecento miglia di burrascosissimo mare. Stanno su le porte dell’Oriente: e il vero lor nome Nifon, a renderlo in nostra favella, suona, Principio del Sole: e ciò perchè il Sole (dicono i Giapponesi) quando venne a far la sua prima entrata nel mondo, e dargli spirito e vita, comparve in su il loro orizzonte, e di quivi spiccatosi, diè principio alla carriera del giorno; acciochè tutto il mondo riconoscesse dal Giappone, e a lui fosse perpetuamente in debito di quanto vale il Sole. La lor Terra poi (sieguono a dire i medesimi) tratta di fondo all’acque innanzi a tutte l’altre, essere la primogenita della Natura, e per tal preminenza starne separata, e tutta in isola: e perciò anche il Sole a lei, come a prima erede, compartir largamente il più e il meglio della sua luce, con quanto altro di ben ne proviene: e quel che glie ne avanza, dividerlo al rimanente del mondo. Ripartesi in sessantasei, o, come altri li contano, sessantotto Stati, de’ quali, già che non possono ampliare gli spazj, ingrandiscono il titolo, che non vi cape dentro senon per forza, chiamandoli Regni. Ma quanto è più lungo il recitarne i nomi, tanto è più brieve il misurarne i confini, che di poco si scostano l’un dall’altro, e tutti uniti in un corpo s’adeguan solo, o, se avanzano, di poco più che niente d’Italia, nel cui clima egli è, almeno in parte, situato…[…]»

Studioso gesuita del 600, intraprese importanti studi sull’anatomia e la fisiologia dell’udito.
Daniello Bartoli (Ferrara 1608 – ­Roma 1685) attese all’incarico di storiografo della Compagnia, non trascurando altri interessi, come la passione per le discipline fisiche e matematiche. Dopo aver scritto La tensione e la pressione disputanti qual di loro sostenga l’argento vivo, opera pubblicata a Roma nel 1677, realizzò i celebri quattro trattati Del suono de’ tremori armonici e dell’udito (1679). Nel primo studiò la propagazione delle onde circolari sulla superficie dell’acqua, nel secondo descrisse le principali questioni sulla natura e propagazione del suono, nel terzo raccolse le osservazioni sulla risonanza negli strumenti musicali e in altri corpi, nel quarto discusse il problema della consonanza e quello dei suoni di altezze multiple di un suono dato, descrivendo infine l’anatomia e la fisiologia dell’udito.

Poeta, saggista, scrittore di romanzi storici.
Nino Majellaro (Milano 1919-2006) ha pubblicato varie raccolte di poesie e ha collaborato con giornali e riviste di letteratura e con varie antologie. Ha pubblicato: La figura lo spazio (Geiger 1978), Una metafora cieca (Società di poesia 1979), L’universo paziente (Nuove scritture 1985), Dalla collina (Amadeus 1987), L’isola delle comete (Camunia 1990), Cristoforo Colombo (Luisè 1991), Il bargello della Vetra (Camunia 1992), Viaggi di notte (Laboratorio 1992), Un uomo senza immaginazione (Capobianco 1993), La memoria dei fiumi (La Vita Felice 1995), Diavoli e capitani (Giunti 1997). Di recente pubblicazione: Oltre il coma (Nuove scritture 1999), Storia di un paese (Nuove scritture 2000), L’ammazzascrittori (Passigli 2003) e la raccolta di poesie Poesie scelte (Laboratorio 2000). Con Spirali ha pubblicato Il secondo giorno di primavera (1984) e ha curato Giappone. Istoria della Compagnia di Gesù (1985).
Ha pubblicato con Spirali Il secondo giorno di primavera. Milano 1584 (1984).

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