Gesù Visto da un Musulmano
L’opera di fraternità di un irriducibile apostolo della tolleranza e del dialogo religioso, oggi più che mai necessaria.
Autore/i: Amadou Hampâté Bâ
Editore: Bollati Boringhieri Editore
prima edizione, prefazione di Monsignor Laurent Yapi, traduzione di Giovanni Niccoli.
pp. 112, 1 tavv. b/n, Torino
Nel contesto di un incontro interconfessionale promosso dalla Conferenza episcopale nigeriana, Hampâté Bâ illustra il posto eminente che «Gesù il Messia, Parola di Verità e Spirito di Dio», occupa nella rivelazione coranica, nella dottrina musulmana ortodossa e nella tradizione mistica, L’intento è quello di contribuire al dialogo fra le tre grandi fedi monoteistiche di origine semitica – ebraismo, cristianesimo, islam – all’insegna di un ecumenismo «senza vincitori né vinti», strenuamente teso alla convergenza ma del pari nemico della conversione e del sincretismo: «Nell’incontrare un credente – si tratti del mio fratello cristiano, ebreo, buddhista o delle religioni tradizionali – il mio ruolo è anzitutto quello di mettermi in ascolto. È tempo, io credo, di dimenticare le nostre divergenze per scoprire un terreno di valori comuni e cercare di costruire, su questa base, quella che potrebbe essere la società religiosa di domani. Ma attenzione! Non si tratta di realizzare una qualche specie di sincretismo, una più o meno vaga mescolanza di forme e figure religiose, che d’altronde resterebbe inoperante. Ognuno deve conservare la propria identità e accedere a Dio seguendo la via che gli è propria, con le specifiche energie spirituali di cui essa è portatrice. Se una sola è la vetta in cima al monte, diverse sono le vie per raggiungerla»,
Amadou Hampàté Bai nacque nel 1900 a Bandiagara (Mali), nella regione dell’antico impero peul-musulmano del Macina. Qui, nella locale scuola coranica, ebbe luogo l’esperienza decisiva della sua vita, l’incontro con Tierno Bokar, figura eminente dell’africanismo tradizionale e grande conoscitore della dottrina islamica, sia essoterica che esoterica.
Fondatore dell’Istituto di scienze umane di Bamako (Mali) e, insieme a Boubou Hama del Niger, del Centro regionale di documentazione per la tradizione orale di Niamey, Hampàté 351 si consacrò alla salvaguardia delle culture africane, soprattutto quelle peultekrur e bambara del suo paese d’origine, svolgendo un ruolo di primo piano nel Consiglio esecutivo dell’Unesco. Morì ad Abidjan il 15 maggio 1991.
Accessibili al lettore italiano: Aspetti della civiltà africana (Emi, 1975), la biografia di Tierno Bokar Il Saggio di Bandiagara (L’Ottava, 1986), i racconti iniziatici peul Kaidara (Rusconi, 1971), L’interprete divino (Lavoro, 1988) e Koodal (Coletti, 1989).
Argomenti: Cristianesimo, Dialogo Interreligioso, Islam,